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Segesta sorgeva alle pendici del monte Barbaro presso il
Golfo di Castellammare (ora nel comune di Calatafimi). Venne
fondata dagli Elimi (XII-XI sec. a.C.),
come Erice,
e chiamata anche Egeste.
Tucidite, storico greco, racconta che profughi troiani, giunsero fino in Sicilia, fondando Segesta ed Erice. Questi profughi furono chiamati Elimi. Il mito narra che Segesta sarebbe stata fondata da Aceste (che ne fu il primo re), figlio della nobile troiana Egesta e del dio Crimiso. Sin dall'inizio, per motivi di confine, Segesta e Selinunte furono nemiche. Nel 580 a. C. il primo scontro in battaglia fu vinto da Segesta. Nel 415 a.C.
per difendersi ancora dalla sua nemica, chiese l'aiuto di Atene. Con una
spedizione militare gli ateniesi assediarono Siracusa, alleata di Selinunte.Ma
l'assedio non volse a suo favore: Siracusa sconfisse Atene. Non doma nel 409
a.C. chiese l'aiuto dei carteginesi, i quali, stavolta, giunti in Sicilia,
annientarono Selinunte ed Himera. Ad opera di Agatocle, tiranno di Siracusa,
nel 307 a.C , Segesta venne rasa al suolo e molti Segestani furono uccisi o
venduti come schiavi. Il nome della città cambiò in Diceopoli (città
giusta). Oggi Segesta rappresenta uno dei più importanti centri archeologici siciliani. Oltre ai resti dell'antica città, rimangono il grandioso tempio dorico e il teatro. |
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Gli scavi archeologici Il tempio,
costruito durante l'ultimo trentennio del V secolo a.C., fuori dalle mura
della città, ha un peristilio di 36 colonne (ossia con sei colonne sul lato
più corto, non scanalate e sul lato lungo quattordici colonne) è in ottimo
stato di conservazione e rappresenta un esempio unico di una importante
architettura inspiegabilmente bloccata nella sua costruzione. L'ipotesi
prevalente è che non sia mai stato terminato a causa delle continue guerre
con Selinunte, non presentando resti nè della cella nè della copertura nè
delle scanalatura delle colonne. Altre ipotesi, invece, protendono verso la
costruzione di queste parti mancanti in legno. Per la sua perfezione e il
buonissimo stato conservativo, può considerarsi uno dei templi più belli
giunti fino a noi dall'antichità greca. Il teatro,
situato sulla collina opposta a quella del tempio, risalirebbe intorno alla
metà del III secolo a.C., con un ampio semicerchio di 63 metri di diametro,
si adagia sul declivio del colle, parte scavato e parte costruito sulla
roccia. Ha un vasto panorama che va dal monte Inici fino al golfo di
Castellammare. Con due ingressi sfalsati, ha separazioni fatte in travertino
che dividono i posti in sette cunei verticali (kerkides) ed una divisione
orizzontale del teatro (diazoma), che permettevano un'afflusso ottimo dei
4000 spettatori che poteva contenere. La fila superiore aveva sedili forniti
di schienale. L'orchestra (lo spazio dove, nel dramma antico, agiva il coro)
ha un diametro di 18,40 m. Purtroppo la zona superiore e la scena, che
secondo gli studiosi sarebbe stata decorata da colonne e pilastri, sono
semidistrutte. Nelle vicinanze si è rinvenuto il grandioso Santuario Segestano. |
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