Sin dall�età della
pietra alcuni abitanti dell�isola stabilirono la loro dimora presso le
sorgenti termali attorno alle quali più tardi sorse Termini: essi hanno
lasciato molti utensili di pietra nelle tombe che oggi ritroviamo scavate
nella roccia presso il Belvedere. Molti secoli dopo lo storico Tucidite
osservava che lungo la costa settentrionale della Sicilia era una sola città
greca libera cioè Imera, perché Mylae dipendeva da zancle (messina):
La sua fondazione, sempre
secondo Tucidide, si deve a un gruppo di Calcidesi di Zancle sotto la guida
di Euclide, Simo e Saccone, e a coloni d'origine siracusana ( che sotto il
profilo linguistico lasciarono nella lingua influenze del dialetto dorico e
corinzio proprio della città di Siracusa). La città d�Imera, sorta
nel 648 a.C. crebbe tanto in potenza che diventò il centro della lotta tra i
Greci e i Fenici di Cartagine che avevano colonizzato la parte ovest
dell'isola; gli Imeresi si recavano a prendere i bagni appunto alle vicine
sorgenti termali attorno alle quali sorse un borgo. Così ebbe origine
Termini che per distinguersi da altre sorgenti fu detto Imerese perchè
prossimo ad Imera.
Nel 480 a.C. Terone,
tiranno di Akragas, invase Himera, con l'aiuto di truppe cartaginesi. In
loro aiuto , su richiesta di Terillo, despota di Himera, accorse Gelone di
Siracusa. Grazie al suo intervento i Greci inflissero una pesante sconfitta
ai Cartaginesi e, come scrive Diodoro, soltanto pochi di essi tornarono in
patria. Tuttavia il periodo di pace e prosperità che ne seguì terminò, dopo
la distruzione di Selinunte, nel 408 a.C. ad opera del cartaginese Annibale,
figlio di Giscone e
nipote di Amilcare, che era a capo della spedizione, che rivolse le
armi contro Imera, e presala d'assalto, uccise gran parte degli abitanti e
distrusse la città.
Più tardi Cicerone nella sua seconda orazione contro Verre rammentava che
"dopo la distruzione di Imera gli abitanti sopravvissuti alle calamità della
guerra si stabilirono a Thermae entro i confini del loro territorio e non
lungi dalla loro antica città". La piccola città di Thernaae rimase soggetta
ai Cartaginesi, finché durante le guerre puniche nel 20 a.C. l'ebbero tolta
dai Romani, ed allora prese il nome di "Respublica Thermitanorum". Cicerone
racconta nella predetta orazione contro Verre che il governo Romano volendo
premiare i Termitani per loro fedeltà concesse agli stessi il libero
esercizio delle loro leggi. Al tempo dell'imperatore Augusto fu mandata in
Thermae una colonia romana, della quale si trova menzione nelle iscrizioni.
Il colpo sferrato dai
Punici segnò definitivamente la rovina della città, i secoli e l’incuria
moderna hanno fatto il resto. Si è riusciti, tuttavia, grazie all'Università
di Palermo, a ricostruire il tracciato urbanistico della città.
L'area archeologica
Poco distante da Termini Imerese, nel punto dove il fiume Himera incontra la
pianura costiera di Buonfornello, si trovano gli scavi di Himera.
Divisa in tre rioni e dalla trama rigidamente ortogonale, tipicamente greca,
dove il reticolo delle vie è rigidamente equidistante (circa 32 m.), la
città presentava sulla parte settentrionale la zona sacra, ricca di quattro
templi e un altare, a cui, però, non faceva parte il Tempio della Vittoria.
Che si trova ai piedi della stessa collina. Il tempio dorico aveva
caratteristiche e mole simili ai templi di Agrigento, tanto da far pensare
che i suoi costruttori fossero gli stessi dell'area più famosa. Costruito
nel 480 a.C. Sulla spianata che vide la battaglia e la vittoria di Terone,
tiranno di Akragas, ne porta il nome perchè probabilmente celebrativo della
stessa. Nei pressi del tempio sono state ritrovate cinquantasei grondaie a
forma di testa di leone. Gli altri ritrovamenti nell'area sacra sono
conservati o presso il Museo Archeologico Regionale di Palermo o nell'
Antiquarium realizzato sul posto vicino gli scavi. In esso sono racchiusi
reperti dei templi,degli isolati abitativi, delle necropoli e di una antica
nave affondata sulla costa (di rilievo la "Tomba degli Amanti"
conservatavi). |