E' il 30 marzo 1282 ed è
l'ora del vespro. I fedeli escono dalla chiesetta dello Spirito
Santo presso Palermo. Il soldato francese Droetto si trova lì. Nota
tra la gente una donna, giovane sposa palermitana, molto bella. Si
avvicina e, con la scusa di una perquisizione al fine di cercare
armi nascoste, mette le mani addosso alla ragazza. Evidentemente
esagera, perchè i parenti e la gente sul sagrato della chiesa
reagiscono. E' il caos. La rabbia esplode incontrollata: è la
rivolta contro i francesi e il loro malgoverno. Le campane suonano
per il vespro, ma, in realtà, suonano per quello che sarà denominato
“I Vespri siciliani”.
Che sia l'episodio fatto
storico o semplice fantasia popolare, certo è che le motivazioni
della rivolta vanno ricercate nel malgoverno di Carlo d'Angiò. Nel
1270, dopo la conquista, il re francese ha voglia di punire i
siciliani, colpevoli della estrema fedeltà alla casa sveva.
Trasferisce la capitale da Palermo a Napoli. Con angherie, soprusi e
crudeltà, impone in Sicilia un fiscalismo spietato, difficile da
sopportare per la popolazione, già impoverita dalle tasse degli
svevi. I siciliani iniziano ad odiare i nuovi conquistatori. |