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Le conseguenze del Vespro Con lo scoppio dei Vespri siciliani inizia temporalmente la «Guerra dei novant’anni» tra francesi e spagnoli. Non fu, però, solo una guerra localizzata, ma che interessò l'Europa stessa e l'assetto politico e il crollo di interi imperi, oltre che il cambiamento di sfere d'influenza. La guerra dei Novant'anni interessò per circa un secolo l’Aragona, la Francia, l’Inghilterra, l’Ungheria, l’Impero bizantino e il papato, cioè praticamente tutta l’Europa. La sconfitta degli Angioini, che erano «vassalli speciali» della Santa Sede, significò non solo la fine dell’espansione angioina, che era arrivata fino al dominio del regno di Gerusalemme, ma la fine stessa delle crociate e del sogno teocratico di papa Bonifacio VIII e l'influenza temporale del papato. Per contro sorse nel mediterraneo la nuova potenza spagnola, che avviò consistenti scambi commerciali tra la penisola iberica, gli Stati nordafricani e l’Oriente, mentre proprio in Oriente l'impero bizantino iniziò il proprio tramonto politico e il declino fino alla sconparsa nel 1453. Riguardo al rapporto tra la Sicilia e l'Italia meridionale vi fù una grave frattura politica che venne riconposta solo con il «Regno delle Due Sicilie» dei borboni nel 1816. Sotto i Normanni i siciliani avevano creato una società moderna, la sua struttura burocratica, indipendente dal papato, e la creazione di un parlamento. Con i Vespri diedero origine alla ricerca dell'autodeterminazione dei popoli. I siciliani, cioè, precorsero i tempi di molti aspetti che si realizzarono successivamente in Europa alcuni secoli dopo. |
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