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I VESPRI SICILIANI    
Introduzione   Le conseguenze del Vespro
La cospirazione   La dizione "Vespri siciliani"
I Vespri siciliani   Carlo I d'Angiò
Le cause del Vespro   Pietro III d'Aragona
LE LEGGENDE    
Gammazita   Dina e Clarenza
Giovanni da Procida   La dama bianca
La bella Angelina   INDIETRO
   

    I VESPRI SICILIANI
   Il Vespro è la pagina più luminosa
   della storia di Sicilia, ed è stata
   opera di tutto il popolo siciliano.
  

    Le leggende
    dei Vespri - 3

 

Per saperne di più  

   
   
 
   

 
 

Il Campanile del Duomo di Messina. Dina e Clarenza suonano la campana per avvertire i messinesi del pericolo.
 

 

Sebas - 6 Maggio 2006
 

 
 
 

da Wikimedia Commons

 

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Dina e Clarenza

L'azione popolare contro le angherie degli angioini e le scomuniche e interdizioni che fioccarono sull'isola da parte di papa Martino IV (rappresentato dagli stessi angioini), non fa che ingigantire le difficoltà, la volontà e lo sforzo nei racconti degli stessi rivoltosi. E' tutto il popolo ad esserne interessato, comprese le donne. Si racconta, ad esempio, a Messina di Dina e Clarenza, due donne che, accortesi di un attacco degli Angioini nella notte dell’otto agosto 1282, svegliarono le sentinelle, che si erano addormentate, salvando la città. La leggenda trova ancora oggi posto nell'immaginario messinese, tant'è che Dina e Clarenza, raffigurate in due statue di bronzo dorato all'interno dell'orologio meccanico del campanile del Duomo, battono le ore ai messinesi tutti.


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La dama bianca

Pur scomunicati dal papa, corse in aiuto di Messina persino la Madonna.
Si narra che durante l'assedio della città nel 1282 da parte degli Angioini, sia apparsa una dama bianca (la Madonna), che col suo mantello benedetto coperse l'intera città proteggendola dagli assalitori. Grati del suo aiuto provvidenziale e sacro i messinesi costruirono il santuario di Montalto, o di Santa Maria dell’Alto, sul colle della Caperrina. La collina è posta in alto e domina la città. Dal suo terrazzo si gode un paesaggio splendido, che copre dalla città ai suoi piedi all'intero stretto di Messina.

 
 

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