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I VESPRI SICILIANI    
Introduzione   Le conseguenze del Vespro
La cospirazione   La dizione "Vespri siciliani"
I Vespri siciliani   Carlo I d'Angiò
Le cause del Vespro   Pietro III d'Aragona
LE LEGGENDE    
Gammazita   Dina e Clarenza
Giovanni da Procida   La dama bianca
La bella Angelina   INDIETRO
   

    I VESPRI SICILIANI
   Il Vespro è la pagina più luminosa
   della storia di Sicilia, ed è stata
   opera di tutto il popolo siciliano.
  

    Le leggende
    dei Vespri - 2

 

Per saperne di più  

   
   
 
   

 
 

Profilo di Giovanni da Procida

 

dal libro "Storia di Procida, di Michele Parascandolo, edizioni "Benevento" - 1893
 


 

 
 
 

da Wikimedia Commons

 

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Giovanni da Procida

La persona più legata alla rivolta è Giovanni da Procida che, politico tessitore ed intrigante cospiratore, si trasforma nella mente dei siciliani in un eroe mitico, che compie atti e stramberie di ogni genere. Anch'esso viene legato alle violenze ipotetiche sulle donne da parte degli occupanti. La motivazione alla sua incessante opera a favore della rivolta non è politica ma sarebbe la vendetta di un padre addolorato. Si racconta, infatti, che il Procida avendo una figlia da maritare, abbia chiesto il permesso al francese con cui coabitavano. Il militare, consenziente, il giorno prima delle nozze, crudelmente impose una specie di jus primae noctis, violentandone la figlia. Da qui l'instancabile opera di sovvertitore, padre disperato e vendicativo, del personaggio storico.
Si racconta, anche, che il Procida andasse vagando paese per paese, fingendo d'essere pazzo, con una trombetta in bocca per attirare i francesi a cui raccontare barzellette e mattanate divertenti, e al tempo stesso spingere nascostamente la popolazione alla rivolta.

La sua opera di cospiratore instancabile, nel mistero che l'attornia, che ingigantisce i racconti popolari, finisce per dare nome al territorio stesso. L'eroe, si racconta, si sarebbe riunito con gli altri cospiratori su uno scoglio davanti Trapani, che raggiungevano addirittura a nuoto all'insaputa dei militari francesi. Lo scoglio esiste davvero, ma, dopo le “riunioni segrete”, prese il nome di Scoglio del Malconsiglio, come ancora oggi si chiama.

 
 

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