Il
numero dei frassinicoltori è andato sempre più scemando nel corso
del tempo. Oggi, la maggior parte di essi è in età anziana, ma sono
presenti anche giovani, che operano con volontà ed entusiasmo. In
effetti, incidere la corteccia dell’albero non è cosa semplice.
Innanzi tutto, vi sono degli strumenti appositi. Il coltello, per
primo, chiamato mannaruolo,
e poi l'archetto,
la paletta e la scatola, utilizzati per la raccolta
della linfa. Praticare le incisioni sulla corteccia del frassino, è,
tutt’altro, che istintiva, ecco perché bisogna avere dei buoni
maestri.
Dopo l’esperto taglio trasversale, fuoriesce
lentamente dal tronco un liquido di colore ceruleo e, se assaggiato,
di sapore amaro (la lagrima), che, però, all'aria aperta,
velocemente schiarisce, assumendo un sapore dolce. Rapprendendosi,
prende forma di cannoli e stalattiti, bianchi e molto profumati. La
raccolta di questi può avvenire ogni settimana. Anche la
raccolta necessita di esperienza, perché, a secondo la sua modalità,
differisce il prodotto ottenuto. Esistono, sostanzialmente, tre
modi. Il primo, classico (a
Manna cannolo), vuole la raccolta con l'archetto della
linfa condensata a forma di stalattite. Il secondo modo (a
Manna rottame)
richiede la raccolta nella scatola del liquido staccato con la
rasula. La terza
tecnica, tutta siciliana (a
Manna in sorte),
vuole che la resina, calando lungo il tronco,
raggiunga alla
base dei
cladodi di
ficodindia, in cui si raccoglie.
Dei tre tipi di raccolta, quella più pregiata è la prima, a cannolo.
Oltre la tecnica tradizionale, negli ultimi anni è stata messa a
punto un nuova metodologia, proprio per ottenere i cannoli di manna.
Oggi si ritiene, pure, che la raccolta, invece che ogni settimana,
possa essere effettuata anche dopo due giorni.
Una volta presa la manna, essa viene posta ad
asciugare all’ombra per 36 ore, per depurarla, per poi essere
esposta in pieno sole,
per circa una settimana. A quel punto, il prodotto viene,
successivamente, conservato in scatole di legno. Ogni anno, la
prima incisione viene fatta nella seconda metà di luglio, dopo che
il frassinicoltore verifichi che la pianta sia pronta e capace di
sopportare lo stress a cui verrà sottopposta. La raccolta della
linfa termina alla
fine di settembre, sempre se il tempo lo permette.
Il suo utilizzo come officinale
La manna presenta diversi usi officinali e medicinali. Per questo la
sua assunzione va consigliata o prescritta da un medico. Innanzi
tutto la particolarità principale è quella d’essere un leggero
lassativo, ma anche di regolatore intestinale. Assunto come decotto
è un blando
purgante. Disintossica il
fegato. A
livello polmonare fa da fluidificante, emolliente e sedativo
della tosse. E’ un calmante nelle bronchiti. Essendo per natura
dolce, viene impiegata anche come dolcificante naturale, a basso
contenuto di glucosio e fruttosio. Trova
utilizzo come
collirio, nonché come cosmetico naturale.
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