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Pollina e Castelbuono e la manna siciliana 

La manna, una linfa del tutto particolare
Raccolta ed utilizzo della manna
La manna in cucina

La cultura di Pollina
Castelbuono alle origini
La fondazione di Castelbuono
Chiese di Castelbuono
Il castello dei Ventimiglia

Video su Castelbuono
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LA MANNA SICILIANA

        La sua produzione si è ristretta
    nella piccola area di Pollina e
    Castelbuono. Le poche persone
    capaci di ottenerla, svolgono
    un’attività preziosissima e il loro si è
    trasformato in un lavoro da difendere
    e preservare. Parliamo della manna
    siciliana, che i romani chiamavano
    “miele di rugiada”.

   

     La cultura di Pollina

     
     

 

 

Foto dell'abitato di Pollina

Carlo Columba -  
Foto da Wikimedia Commons

 





 Il piccolo paese di Pollina, di appena 3000 abitanti, fa parte del Parco delle Madonie. Questo si caratterizza per la forte presenza fi frassini, da cui si estrae la linfa della manna, considerata un Presidio Slow Food dal ministero.
Nel comune è presente la frazione di Finale, dove vive la maggior parte degli abitanti. Questi sono ivi residenti, a causa del terremoto del 26 giugno 1993, che colpì l’area della provincia palermitana. Unitamente alle persone, vi è stato, così, anche il decentramento delle attività nella stessa frazione

Alcuni studiosi ritengono che l’esistenza di Pollina abbia origine dalla famosa città di Apollonia, polis della Magna Grecia. Tuttavia, la tesi non ha conferma in ritrovamenti archeologici. E’ vero, però, che essa è conosciuta per un teatro “greco”, quello inventato, progettato e costruito dall’architetto A. Foscari, negli anni ’70 del secolo scorso. Il teatro all'aperto fu costruito, in un’apposita conca ai piedi della Torre, con una roccia dolomitica, detta “Pietrarosa”, per il suo colore. Il "Teatro Pietra Rosa", così è chiamato, è stato inaugurato il 30 giugno del 1979 con la rappresentazione de "La donna di Samo".
La torre, che domina il teatro all’aperto, è denominata "Torre di Maurolico": Faceva parte del castello e del sistema difensivo di Pollina. E’ chiamata “di Maurolico” (Francesco) perché venne utilizzata dal grande studioso siciliano per le sue osservazioni astronomiche, d
al 1548 al 1550.

Tra le piccole ricchezze di Pollina troviamo la
"Chiesa dei SS. Giovanni e Paolo". Al suo interno è conservato il gruppo scultoreo della Natività, realizzato, nel 1526, da Antonello Gagini.
Legata, invece, alla "Chiesa di San Giuliano, è la Festa del
santo omonimo, patrono del paese. Si svolge nella prima domenica di luglio e dura tre giorni. Quattro sono le processioni legate al santo. Le più curiose e suggestive sono quella "della farina" e la processione campestre, che vede il simulacro di San Giuliano portato in un giro per le campagne di Pollina.
La patrona, invece, della frazione di Finale è la Madonna della Lettera.

La cultura del lavoro
Quella che una volta era una pratica abbastanza diffusa, la raccolta della manna, si è trasformata in un’antica tradizione di valore culturale, oltre che storico. Al tempo dei greci e dei romani, la linfa prodotta dall’incisione della corteccia dei frassini era detta “miele di rugiada” o “miele di frassino” o “Secrezione delle stelle”. I medici di allora ne facevano ampio uso. Poi, al tempo degli arabi, la manna era considerata benedetta, perché citata nel Corano. I musulmani reputavano possedesse, addirittura, valenze spirituali.
Successivamente, come prodotto officinale, il prezioso fluido veniva utilizzato normalmente in composti medicinali. In Italia la sua produzione avveniva, oltre che nella zona settentrionale della Sicilia, anche in Toscana, nella Puglia e nella Calabria. Insomma, una storia abbastanza comune.
Fatto sta che oggi la sua produzione si è ristretta nella piccola area di Pollina e Castelbuono. I frassini delle Madonie hanno acquistato un valore, oltre che commerciale, anche culturale. Le persone capaci di ottenere, con un particolare coltello ed altri attrezzi, la manna, svolgono un lavoro preziosissimo e il loro si è trasformato, poiché rischia di sparire, in un lavoro da difendere e preservare.

A Pollina è stato aperto anche il Museo Etnoantropologico della manna. Il suo ispiratore e curatore, Giulio Gelardi, è anche tra i maggiori promotori di questa antica produzione, che rischiava di perdersi. E’ anche un innovatore, sia nel settore produttivo, sia dei possibili prodotti commercializzabili.

 
 

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