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Pollina e Castelbuono e la manna siciliana 

La manna, una linfa del tutto particolare
Raccolta ed utilizzo della manna
La manna in cucina

La cultura di Pollina
Castelbuono alle origini
La fondazione di Castelbuono
Chiese di Castelbuono
Il castello dei Ventimiglia

Video su Castelbuono
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LA MANNA SICILIANA

        La sua produzione si è ristretta
    nella piccola area di Pollina e
    Castelbuono. Le poche persone
    capaci di ottenerla, svolgono
    un’attività preziosissima e il loro si è
    trasformato in un lavoro da difendere
    e preservare. Parliamo della manna
    siciliana, che i romani chiamavano
    “miele di rugiada”.

   

     Castelbuono alle origini

     
     

 

 

Portico d'ingresso della Matrice Vecchia di Castelbuono

 

 







 Castelbuono, che fa parte del Parco delle Madonie, è un comune di circa 9000 abitanti, in provincia di Palermo. E’ situata alle pendici del colle Milocca, a circa 423 m s.l.m, ai piedi del complesso montuoso delle Madonie.
Oltre che per la produzione della manna, il paese si distingue per l’artigianato locale, generalmente in legno e ferro battuto. Anche nel settore “femminile”, i prodotti sono di elevata qualità, come pizzi, ricami, merletti e lavori da tessitura.
La festa della patrona di Castelbuono, Sant’Anna, è celebrata il 27 di luglio.

I primi insediamenti nell’area di Castelbuono si fanno risalire
al III millennio a.C., in età neolitica. Lo attesterebbero i ritrovamenti di utensili d’uso quotidiano ed armi in pietra. E’ probabile che le popolazioni che l’abitarono, fossero d’origine Sicana, che si spostarono verso l’interno dell’isola all’arrivo sulle coste delle popolazioni Sicule.
Nella necropoli di Bergi, è stato rinvenuto materiale fittile, appartenente alla civiltà greco-romana.

In epoca sia bizantina, che arabo-normanna, è attestata la presenza di un piccolo villaggio, detto "casale d'Ypsigro". Nel XII secolo, al-Idrisi, geografo della corte normanna, situa a "9 miglia a nord di Geraci", la località di Riqqat Basili ("campi di Basilio"), campi che egli definisce: "rinomati per l'abbondanza e per l'eccellente qualità dei loro prodotti”. A questi periodi storici si fanno risalire reperti architettonici giunti sino a noi, come l'abside della chiesa di Santa Venera e il portale dell'ex-abbazia di Sant'Anastasia. Inoltre, i ruderi, posti in contrada San Guglielmo, sarebbero quelli del mitico castello del Kadì. Una leggenda vuole, anche, che la Vecchia Matrice di Castelbuono fosse, in origine, una moschea araba.
L’antico "casale d'Ypsigro" viene citato più volte (anche solo come toponimo) in documenti storici, ma spesso errati nel posizionamento di esso (viene situato sui Nebrodi). Il primo che presenta un’esatta collocazione, fu un documento del 1105. E’ un atto commerciale (una transazione) redatto fra l'abate benedettino Ambrosio di Lipari ed un nobile di Geraci, Ugo di Creone.
Alla metà del XIII secolo, nel 1269, vi fu una piccola migrazione di geracesi verso la vallata di Castelbuono, dalla vicina Fisauli ad Ypsigro. Venne costituito un fondaco sul colle San Pietro, forse a scopo difensivo. Venne creandosi un piccolo abitato, nel 1282, di circa 300 anime. Agli inizi del secolo successivo, era già divenuto un piccolo paese, con strade e tre chiese.

 
 

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