Castelbuono
nasce praticamente con la costruzione del castello dei Ventimiglia,
nel 1316, in prossimità del borgo
d'Ypsigro. A volerlo fu
Francesco conte di Ventimiglia, nel periodo della reggenza del re
normanno Federico II. Il tutto è attestato in una lapide che
si trova sull'arco di ingresso del castello. Il nome “Castelbuono”
si trova, per la prima volta, in un documento successivo. Redatto
nel 1329, è un atto notarile tra il conte
Francesco
Ventimiglia ed il vescovo di Cefalù, in cui egli dichiara la
proprietà del bosco e delle terre di S. Maria di Bisanzio, in
territorio “Castri Boni”.
La proprietà dei
Ventimiglia sulla vasta area, iniziata, con molta probabilità, già
prima della costruzione del maniero (della contea di Ypsigro),
durò per secoli fino al Novecento. La famiglia
Ventimiglia non era d’origine siciliana, ma ligure, dalla Contea
del Maro. A metà
del Duecento, Enrico II conte di Ventimiglia e del Maro,
figlio del conte Filippo I, si trasferì in Sicilia, riuscendo, in
breve tempo, ad imparentarsi persino con Federico II. La famiglia
nei secoli dominò in vaste aree delle Madonie, mantenendo grande
importanza ed influenza negli affari della regione.
Il ramo
siciliano della famiglia inizio quando Enrico Ventimiglia sposò la
contessa Isabella
d'Altavilla, divenendo, automaticamente, conte di Geraci.
Sempre Enrico, nel 1269,
conseguì, con una permuta, dal vescovo di Lipari il collem
sancti Petri de Ypsigro, cioè, il colle di San Pietro, dove
sorgerà Castelbuono. Il nipote di Enrico, Francesco I, creò un
cenobio francescano sul colle di Ypsigro, con il permesso del Papa.
Era il 1316. In quell’anno, iniziarono i lavori per il castello. La
tipologia di esso era confacente con quella del periodo:
un torrione centrale, detto Maschio, con vicina residenza per
il feudatario. Nel
1338, con la morte di Francesco Ventimiglia, il ducato tornò
di proprietà del dominio regio, fino al 1354, quando fu ridato in
mano ai discendenti della famiglia dei Ventimiglia. Un secolo dopo,
Giovanni I Ventimiglia pose a Castelbuono la residenza della sua
“corte”. La decisione comportò lo spostamento, da Geraci
a Castelbuono,
della sacra Reliquia del teschio di Sant'Anna, ritrovata, si dice,
in Palestina dai templari, nel corso di una crociata.
Nel
1595, il titolo di duca fu mutato in quello di principe di
Castelbuono, che
divenne "capitale dello Stato di Geraci". Giovanni III
Ventimiglia, divenuto Principe dell'Accademia della Stella, creò i
"Cavalieri della Stella", che si addestravano in quella che oggi è
chiamata “il Piano del Marchese” (all’interno del castello). Il
novello principe si applicò, inoltre, nel campo culturale ed
edilizio insieme.
Fece giungere i padri Cappuccini e i padri Domenicani, ospitati in
conventi con annessa chiesa, affidando loro l’istruzione della
popolazione. Fece iniziare la costruzione della
Matrice Nuova (nel
1602) e, poi, fece
trasportare la fontana di Venere Ciprea nel paese (nel 1614). Per
tutto il XVII secolo, la cittadina crebbe d’inportanza. Vennero
edificate chiese e conventi, furono tracciate strade decorate
da fontane. Nel
1701, fu aperta al culto la Nuova Matrice. Nel corso del successivo
secolo, operarono a Castelbuono artisti come i
Serpotta che si
adoperarono alla cappella di Sant'Anna. Si crearono alcune
accademie letterarie e venne edificato un teatro. Per un certo
periodo, Torquato
Tasso soggiornò a Castelbuono.
Con l’abolizione dei
privilegi feudali, nel 1812, iniziano ad operare nel paese
nueve casate, come
quelle dei Guerrieri, dei Collotti e dei Galbo. Molto impegnate in
campo culturale, queste lo sono anche a livello economico. Ad
esempio, iniziano le esportazioni a Palermo della manna, tipico
prodotto di queste terre. Opera, invece, nel settore della
ricerca medico-scientifica,
l’importante
figura di Francesco Minà Palumbo.
La città, ovviamente,
partecipò ad i moti risorgimentali (nel 1848 e nel 1860) e venne
lodata da Giuseppe Garibaldi. Tuttavia, si schierò a favore della
rivolta sociale
dei fasci siciliani, nel 1893, subendone le conseguenze. Tra
i principali personaggi risorgimentali, vi fu il barone
Francesco Maria
Guerrieri Failla, poeta e patriota locale.
Nel 1944,
Alfredo Cucco, nato a Castelbuono, diviene sottosegretario al
Ministero della Cultura Popolare della Repubblica di Salò. Con
le elezioni comunali, nel 1946, a suffragio universale, viene eletto
Sindaco Filippo Bonomo, del partito della “democrazia repubblicana”.
Ma è una donna ad essere eletta e a ricoprire la carica di
vice-sindaco di Castelbuono, Nicla La Grua. Per i tempi è
decisamente sorprendente.
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