La
Matrice vecchia
La chiesa detta “matrice vecchia” di Castelbuono, dedicata a "Santa
Maria Assunta", è, effettivamente, molto antica. Fu costruita nel
XIV secolo, ma sulle rovine di un tempio pagano preesistente.
Infatti, durante dei lavori di restauro, furono ritrovati reperti
molto antichi, come, ad esempio, un cippo scolpito con
raffigurazioni di un precedente culto al dio sole, e dei resti di un
pavimento a formelle.
La Matrice vecchia è posizionata presso
Piazza Margherita, dove è situata una fontana cinquecentesca. Il suo
prospetto esterno è dominato dal grande campanile, in stile
romanico-gotico, il cui pinnacolo, di gusto orientaleggiante, è
rivestito con
mattonelle smaltate di diversi colori. Notevoli sul prospetto sono
il portale scultoreo d'ingresso, del XIV secolo, di gusto
gotico-catalano, e il portico, risalente, invece, al XVI secolo.
Nonostante si tratti di un’architettura religiosa, diversi sono i
riferimenti “ghibellini” (della fazione propria dei Ventimiglia),
come la presenza di varie merlature imperiali. L’interno era,
originariamente, suddiviso in tre navate, in stile tardo
romanico-gotico, per poi divenire quattro, con l’aggiunta di
un’ulteriore navata, nel XV secolo.
In tutta la chiesa fanno
bella mostra di sé affreschi e dipinti medievali. A cominciare dalle
colonne narrative di diversi santi.
Nella cripta, posta sotto il presbiterio, affreschi riportano
la vita del Cristo nelle sue fasi. Sono d’epoca mista, cioè oltre
che medievale, anche rinascimentale e barocca. Un’altra
rappresentazione trecentesca, ma nella chiesa, raffigura la
"Consacrazione delle Vergini". Sull'altare maggiore della chiesa
è posto il grande polittico, del 1520, attribuito ad Antonello di
Saliba, nipote del famoso Antonello da Messina. Alcuni studiosi
arrivano, addirittura, ad attribuirlo allo stesso Antonello da
Messina.
La Matrice nuova
Nonostante l’esistenza della vecchia Matrice, l’aumento della
popolazione di Castelbuono portò all’edificazione di una nuova,
ampia e luminosa chiesa nuova, dedicata alla natività di Maria.
Questo tempio è stato denominato dagli abitanti come Matrice nuova”,
per differenziarla dalla precedente. La chiesa, a croce latina e
a tre navate, fu iniziata agli inizi del XVII secolo, ma fu ultimata
e aperta ai fedeli solo nel 1701, quasi cent’anni dopo. Un secolo
dopo il terremoto del 1819, la distrusse. I lavori di ricostruzione
furono avviati nel 1820. Terminata, in stile neoclassico, nel 1830,
oggi si può ammirare ed apprezzare per l’ottimo lavoro condotto da
progettisti e maestranze locali.
Al suo interno troviamo
dodici colonne, in pietra e stucco, e la presenza del grande organo
di Pasquale Pergola. Tra i dipinti custoditi: un trittico, del XVI
secolo, e diversi quadri di artisti siciliani del Settecento. Nella
Matrice nuova è conservata anche una croce pensile, risalente al
Quattrocento.
Chiesa di Sant’Antonino martire
La Chiesa di S. Antonino Martire era dei Padri Osservanti che vi si
trasferirono, agli inizi del Seicento (1606), dal Convento e dalla
Chiesa di S. Maria del Soccorso. Sembra che in loco vi fosse
preesistente un altro tempio sacro. Nel 1754, era ancora officiata
come Chiesa, ma dipendente dalla
Matrice Nuova. Solo nel 1957, è stata elevata a Parrocchia.
Poiché, negli anni ’60, non era ritenuta adeguata al nuovo livello,
è stata ristrutturata e rifatta.
Le colonnine dell’attuale portico ed il portale
d’ingresso, in stile gotico, del secolo XIV, provengono dal Chiostro
del Convento di S. Maria del Soccorso. Al suo interno è
conservato un Crocifisso ligneo, attribuito a Fra' Umile Da Petralia.
La chiesa del Crocefisso
I testi riportano che nel casale di Ypsigro (precedente la
fondazione di Castelbuono) esistevano tre chiese, quella di
Bisanzio, di S. Maddalena e di San Pietro. Sembra che quest’ultima
sia stata assorbita dalla chiesa attuale del Crocefisso, costruita
alla fine del Cinquecento. La chiesa esternamente presenta un
campanile di stile barocco, rivestito di maioliche a colori. I
vecchi arredi della chiesa sono ormai contenuti nella Matrice nuova.
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