Se ci facciamo caso, con il termine mercato, in
italiano, si indica una pluralità di casi e significati. Si può
andare dal mercato sotto casa fino ai mercati
internazionali o globali, passando, ad esempio, per il mercato
immobiliare, il mercato finanziario, il mercato azionario o il
mercato del lavoro. Il mercato, inoltre, può essere un’entità fisica
o immateriale. Nella nostra conoscenza più concreta, un mercato è
una piazza fornita di bancarelle, prodotti, e commercianti che ci
vendono qualcosa. Ci sono, quindi, dei venditori e noi acquirenti.
Insomma, il mercato è, astrattamente, l'insieme della domanda e
dell'offerta. E’ un luogo dove si svolge un’attività economica, e
siccome di tipi di economie ne esistono tante, la parola mercato si
lega ad una pluralità di casi, che possono essere microeconomici o
macroeconomici, ma anche sottoisistemi economici di riferimento.
Inoltre, gli scambi economico-commerciali, che si svolgono nel
mercato, possono riguardare di tutto: dalle materie prime ai beni di
consumo, dai servizi al denaro o agli strumenti finanziari.
Nel mercato, la domanda e l’offerta si rincorrono, tenendo, però,
sempre presente la concorrenza degli altri venditori. Proprio da
quest’ultimo caso, nasce il famoso “prezzo di mercato”. Generalmente
esso, se il mercato è realmente concorrenziale, arriva ad un prezzo
simile per tutti i venditori. Se il mercato non è perfettamente
concorrenziale, possono esserci differenze sul prezzo, anche dello
stesso bene. Capita così che la stessa merce venga offerta a prezzi
stracciati per acquisire nuovi compratori o perché il venditore “è
simpatico”, cioè si guarda alla marca, che a questo punto può
fissare altri prezzi rispetto gli altri. In una “economia di
mercato” si registrano, comunque, delle possibili fluttuazioni del
prezzo, che sono naturali, anche in economie concorrenziali. Nel
mercatino rionale o a Piazza Affari a Milano, le regole, in fondo,
sono molto simili.
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