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Patti e la Madonna Nera del Tindari | |||||||||||||
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Esistono, in verità, altre
interpretazioni non legate al culto mariano della Chiesa Cattolica.
Secondo la teoria di
Stephen Benko, le Madonne
Nere sarebbero
collegate al culto della Grande Madre Terra. In epoca pagana,
infatti, il colore scuro era legato a quello della terra fertile.
Tra le divinità antiche vi erano quelle di Iside e Cerere, detta
anche Demetra (in greco “ghe-mater”, che significa
madre-terra), a volte colorate di scuro. Ambedue le dee erano
addolorate per la
perdita di Osiride, la prima, mentre di Proserpina, la seconda. A
questa interpretazione si ricollega l'antica iconografia di
Iside, che la raffigurava con in grembo il figlio Horus. Il culto
egiziano venne assorbito nella religiosità pagana dei romani, che a
sua volta avrebbe influenzato la rappresentazione della Vergine
Maria.
Così come narra la leggenda della
Madonna di Tindari, alcuni naufragi avrebbero diffuso il culto di
Madonne nere. In primis a Cagliari, dove dopo un naufragio, i sardi
avrebbero ritrovato l’icona
di Santa Maria di Bonaria. La venerazione di essa si diffuse dalla
Sardegna alla Spagna, essendo allora l’isola sotto il dominio
catalano. A sua volta, come accennato, dopo un altro naufragio,
venne ritrovata a Tenerife, nelle Canarie, la Virgen de Candelaria.
Poiché le navi. che facevano rotta per le Americhe, partivano
dalle Canarie, il culto della Madonna nera di Tenerife conquistò i
nuovi cristiani dell’America del Sud
(ad
esempio il santuario della Madonna di Copacabana o la Madonna di
Oropa, patrona di Lomas del Mirador in Argentina).
Come attestato da
Monique Scheer, il colore nero della Madonna in
Germania non era mai stato rilevato dai fedeli. Solo nel periodo
della controriforma vi furono lamentele, che i preti cattolici
giustificavano come segno dell'antichità della venerazione ad esse
rivolta. |
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