PATTI
La statua venne, quindi, portata
sulla rupe sovrastante, in una
chiesetta già esistente, che, però,
successivamente dovette
essere ampliata più volte per ospitare
i fedeli, che vi giungevano in gran numero,
attratti dalla fama miracolosa della
Madonna Nera del Tindari, a Patti.
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Archeologia ed arte a Patti
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Il territorio di Patti si è
dimostrato scavando ricco di reperti molto antichi di insediamenti
preistorici.
Una
estesa necropoli con tombe a grotticelle è stata rinvenuta in
contrada Monte (X-VIII secolo a.C.). In contrada San Cosimo, invece,
si è scoperta la presenza di resti risalenti al XXII/XX secolo a.C.
e di due necropoli, una con tombe a grotticelle (del
IX secolo) e l'altra, sul vicino monte della Vigna, con tombe
a cappuccino. Un’altra vasta aree di ricerche archeologiche è stata
individuata a valle del nuovo ospedale.
Un discorso a parte
merita , invece, la ricerca che si sta sviluppando sull’ipotesi
della presenza di un antico porto nella zona. L’area individuata
comprende i monti Russo e Perrera, dove sono venuti alla luce, oltre
ad opere scavate nella roccia, manufatti e pavimenti in coccio
pesto. Si ipotizza che questi rinvenimenti facessero parte di una
complessa struttura a guardia di un porto. L’area potrebbe
rinvenire, secondo ricostruzioni storiche, il Nauloco, il famoso
porto qui realizzato dai profughi di Troia. Esso sarebbe legato alla
vittoria di Ottaviano su Pompeo del 36 a. C. Il porto fu utilizzato
fino al XVI secolo
Oltre all’area archeologica dell’antica polis greca di
Tyndaris (IV secolo
a.C.), con la presenza del bellissimo teatro greco, e la scoperta
della Villa romana nell’abitato (III secolo d.C.), operazioni di
restauro svolte nella chiesa di S.Ippolito e nella Cattedrale
di Patti, hanno individuato reperti di costruzioni sacre ipotizzate
antecedenti al periodo bizantino
Del periodo medievale sono le
vestigia delle fortificazioni costruite a difesa di Patti. Di queste
resti
della terza cinta
muraria (XIV secolo),
e della seconda (XI secolo). Sono visibili anche due antiche porte,
nell’una e nell’altra. All’interno delle pregevoli chiese
e palazzi nobiliari della città sono contenute opere d’arte che
vantano la fattura e la
firma di artisti come il Gagini, il Serpotta, il Catalno e
del Novelli. In particolare è da citare il sarcofago
rinascimentale della
regina Adelasia del Monferrato (moglie
del Gran Conte
Ruggero I d'Altavilla e madre di Ruggero II che fu il primo re di
Sicilia). La regina, morta nel 1118, volle essere sepolta a Patti
dove visse gli ultimi anni della sua vita. Esso è contenuto nella
cappella barocca di Santa Febronia della Cattedrale di Patti (del
secolo XI). Quest’ultima presenta preziosi particolari d’epoca
normanna, come i capitelli del suo portale principale.
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