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Patti e la Madonna Nera del Tindari | |||||||||||||
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Contrariamente
a quello che si può pensare, il culto di Madonne Nere è molto
diffuso. Non solo in Italia, ma anche in Francia e Spagna, e in
molte altre nazioni sparse un po’ ovunque.
Oltre la Madonna Nera
del Tindari a Patti, ne esistono molte altre, anch’esse famosissime,
come:
la Madonna di Loreto nelle vicinanze di Ancona, quella di
Częstochowa in Polonia o la Vergine della Candelaria di Tenerife,
nelle Canarie.
Tuttavia, molto spesso è diffusa l’adorazione di Madonne antiche o
già conosciute. Nel Mezzogiorno d’Italia, ad esempio, è venerata la
raffigurazione della Santa Maria di Costantinopoli, così come nel
mondo esistono
santuari della Madonna di
Loreto. Molto spesso la colorazione del volto deriva da “inconvenienti tecnici”. Una copertura di foglia d’oro può ossidarsi, assumendo un colore scuro, o l’uso di vernici a base di piombo, che possono alteransi nei pigmenti stessi del colore. Quest’ultimo è il caso della Madonna spagnola di Montserrat. Spesso, però, la fisionomia della Vergine assume i caratteri somatici della popolazione dei suoi fedeli, come, in Messico, Nostra Signora di Guadalupe o altre Madonne africane. In realtà gli storici hanno solo in rari casi, l’interpretazione dei culti di simulacri così caratteristici. Molto spesso l’origine è molto precedente alle testimonianze scritte, il che comporta l’interpretazione solo delle fonti leggendarie. Tra le ipotesi avanzate vi è quella del carattere simbolico del colore scuro, che rappresenterebbe il dolore della Madonna così dipinta (le "madonne addolorate"). Legandosi, altresì, ad un passo del Vangelo di San Luca (“Quanto a te, Maria, il dolore ti colpirà come colpisce una spada”, Luca, 2, 35), il colore scuro sarebbe ad esso collegato, come dimostrazione dell’antichità dell’opera stessa. |
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