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Patti e la Madonna Nera del Tindari
Introduzione
Gli scavi di Tyndaris
La Villa romana di Patti marina
Storia di una città governativa
Archeologia ed arte a Patti
Patti tra Natura e Natura
 
 
 
La Madonna Nera di Tindari
Il culto delle Madonne Nere
L'origine orientale del culto
Altre interpretazioni sui Simulacri
L'icona ritrovata
Le leggende di Marinello
 
Video su Patti
Video sulla Madonna Nera
 
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PATTI

      La statua venne, quindi, portata
   sulla rupe sovrastante, in una
   chiesetta già esistente, che, però,
   successivamente  dovette essere
   ampliata più volte per ospitare
   i fedeli, che vi giungevano in gran
   numero, attratti dalla fama
   miracolosa  della Madonna Nera
   del Tindari, a Patti.

   

    La Villa romana di
    Patti marina

   
     
     

 

 

Mosaico della Villa romana di Patti

 

 
 



 

 A Patti (Messina) in località Torrente Montagnareale sorge una villa è datata alla prima metà del IV sec. d. C. Nel 1973, durante i lavori di costruzione dell’autostrada Messina – Palermo, sono stati rinvenuti i resti di una villa di età tardo imperiale, questa costituisce “una importantissima testimonianza del lusso dell’aristocrazia romana e locale nel corso del periodo tardo antico” (Guida archeologica Sicilia Laterza). La villa fu distrutta da un terremoto intorno alla seconda metà del IV secolo d. C. Il sito continuò ad essere abitato, ma su una superficie più ridotta, infatti tra il VI ed il VII secolo le terme vengono utilizzate per le sepolture.

Descrizione dell’impianto.
La villa occupa un’area di 2000 mq circa. Il nucleo principale si incentra intorno ad un grande peristilio (m 33,50  25), circondato da un portico su pilastri profondo m 3,40, su cui si affacciano vari ambienti che si dispongono sui suoi quattro lati. L’ambiente più importante è un’ampia sala triabsidata che domina tutto il lato sud del portico, che è collegato con essa per mezzo di un ampio arco del quale restano i piedritti. I pavimenti di tutti gli ambienti sono costituiti da mosaici policromi. Il mosaico di maggiore interesse si trova nella sala tricora. A nord – est del peristilio si trova un complesso termale caratterizzato da vasche, pavimenti con suspensurae (pavimento su volta), praefurarium.

Il sisma che nella seconda metà del IV sec. d. C. colpì la villa fu abbastanza violento, ne è prova il fatto che ampi tratti di opere murarie, pilastri, archi, elementi angolari e volte si abbatterono simultaneamente conservando, in alcuni casi, la propria struttura nella posizione di crollo. Per questo motivo è stato possibile ricostruire graficamente buona parte del peristilio e, in alcune parti di esso, sono state risollevate le strutture portanti con l’aiuto di qualche integrazione. Alcune strutture del portico del peristilio si trovano ancora al suolo in posizione di crollo.

Decorazioni .
I vari ambienti interni della villa hanno, generalmente, pavimenti costituiti da mosaici policromi a motivi geometrici, opera, quasi sicuramente, di maestranze africane. Il mosaico più interessante scoperto finora è quello del pavimento della sala trifora. La parte centrale di questo mosaico è costituita dallo schema detto a cerchi e a mandorle, che sono coperti da motivi geometrici, e che delimitano degli ottagoni in cui sono raffigurati animali domestici e fiere. Tutti i mosaici sono in uno stato di conservazione apprezzabile.

 
 

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