A nord del Monte San Fratello, sulla
propaggine di Pizzo Castellaro, a 140 metri sul
livello del mare, si
trova la grotta di San Teodoro. Prende il nome dai monaci basiliani
che, provenienti dall’oriente bizantino, vi si rifugiarono. Si trova
a sud-est del
borgo di Acquedolci, antica frazione di San Fratello. Creata da
fenomeni d’origine carsica, la cui formazione è stata datata
otto-dieci milioni di anni fa,
la grotta di San Teodoro si
colloca tra i ritrovamenti d’età preistorica tra i più importanti in
tutta la Sicilia. Al suo interno, infatti, vi sono stati ritrovati
reperti di animali, ormai scomparsi, e tracce umane molto antiche.
E’ stata datata risalente al Paleolitico superiore.
Fu
individuata, per la prima volta, dal Barone Anca, nel 1859. Nei
primi scavi, soprattutto, nella parte d’ingresso, furono ritrovati
sedimenti fossili con ossa animali. Essendo la loro origine
paleolitica, tra questi furono riportati alla luce resti di elefante
nano, iena, cervo, cinghiale, orso ed asino. Da allora diverse
sono state le campagne di scavo, tra queste quelle condotte da
Vaufray nel 1925 e
Graziosi e Maviglia nel 1942. Dal 1982 fino ad oggi, l’archeologo
Bonfiglio ha portato avanti le recenti ricerche sulla preziosa
grotta.
L’uomo preistorico abitò la caverna tra o 12.000 e gli 8.000 anni
fa. Siamo in pieno Paleolitico Superiore italiano. Ma l’originalità
della grotta di San Teodoro, è il ritrovamento al suo interno delle
prime sepolture conosciute in Sicilia. Queste
comprendono cinque
crani e due scheletri completi e in ottimo stato. Su di esse si sono
concentrate le ricerche, rappresentando presenza e cultura
dei più antichi abitanti della Sicilia.
La sepoltura si
caratterizzava già da un rituale specifico e particolare. I defunti
venivano posti in una fossa poco profonda. Erano posizionati supini
o alternativamente sul fianco sinistro. Intorno ad essi venivano
lasciate ossa animale, ciottoli e
gioielli primitivi, come
collane realizzate
con denti di cervo. Ricoperta di terra, la tomba veniva segnata
con ocra sparsa sopra (un colore d’origine naturale). Tra gli
scheletri più importanti e in miglior stato di conservazione, vi è
quello di una donna, di circa trent’anni e altezza di 164 cm
approssimativa. E’ stata denominata
dagli archeologi Thea (dal latino Theodora), omonima,
quindi, alla la grotta di San Teodoro.
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