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Nel
messinese viene adorata la Madonna nera del Tindari, a cui è legata la
relativa leggenda. La statua bizantina della Madonna fu portata in Sicilia
presumibilmente durante le persecuzioni iconoclaste dell’ottavo secolo (nel
periodo di regno dell’imperatore bizantino Leone III l’Isaurico, 717 a. C. -
741 a. C.). Sua coeva è, probabilmente, la Madonna nera dipinta su legno di
cedro del Libano, venerata nel santuario di Vena, nella zona di Piedimonte
Etneo.
Si
narra che una siciliana con il suo bambino venne ad adorare la Madonna nera
del Tindari, trovata casualmente da pescatori del posto. Alla vista della
Madonna nera rimase alquanto delusa, sebbene la statua della Madonna di
Tindari sia ornata dalla frase: nigra sum sed formosa, «sono nera ma
bella»
Spontaneamente la contadina esclamò:
ppi
vidiri a una cchiù brutta di mia! Affacciandosi dalla rupe del Santuario ecco gli stranissimi laghetti litoranei circondati da banchi di sabbia emergenti dal mare. Panorama stupendo che, legato al culto della Madonna, non poteva che dare origine ad una stupenda leggenda |
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