Ovviamente i siciliani, più vicini all’Impero
d’Oriente, cristiano, e ad esso legati da vincoli commerciali, culturali e
religiosi, non poterono che chiedere l’intervento di Giustiniano.
Sconfitti i Vandali in Africa,
nel 533, due anni dopo (535) il generale bizantino Belisario, sbarcò a
Catania, ed iniziò la riconquista dell’isola (che
fu annessa all'Impero
bizantino) nella guerra detta greco-gotica (535-553), alla cui fine, con la
conquista completa della Sicilia, ha inizio il periodo bizantino, che va dal
535 all’827. Si narra che Belisario nella conquista di Palermo usò una
particolare astuzia. Fece, infatti,
portare le scialuppe, con funi e carrucole,
all’altezza degli alberi delle navi bizantine e da lì tempestare di frecce
le mura della città. Conquistata la città, si diresse verso Siracusa, che,
al suo arrivo, lo acclamò come un liberatore. Per premiarli, il generale,
vincitore, distribuì alla popolazione monete e medaglie d’oro. Passò
l’inverno a Siracusa, nella residenza degli antichi re della città. Non
tutto, comunque andava a meraviglia per Belisario. La conquista, infatti,
rischiava di sfuggirgli di mano, poiché scoppiarono rivolte, prima in
Africa, poi in Sicilia. Solo dopo aver sedato le sollevazioni, potè
concentrarsi sul suo progetto di conquista. Partendo dalla
Sicilia, Belisario passò lo Stretto di Messina, risalendo lungo la penisola.
S’impadronì di quasi tutta l’Italia e
fece prigioniero Vitige, re
dei Goti. Con la salita al trono dei Goti
di Totila, ricominciò lo scontro tra le due
fazioni. Stavolta, però, la fortuna arrise ai Goti, i quali ripresero non
solo l’intero territorio peninsulare, ma anche la stessa Sicilia nel 549. La
vendetta di Totila nei confronti dei siciliani fu terribile: per aver
favorito i bizantini a discapito dei Goti, saccheggiò interamente le
campagne e le città siciliane. Ma, mentre giungevano da oriente i due
generali Liberio e Artabano con
l’esercito bizantino, Totila abbandonò volontariamente l’isola, tenendo solo
le maggiori quattro città fortificate siciliane.
I bizantini di Artabano s’impadronirono, però, delle ultime quattro
fortezze, liberando totalmente la Sicilia. Con la fine della guerra, nel
553, l'Italia (con la Sicilia) venne
incorporata interamente nell'Impero romano d'Oriente. Tuttavia la Sicilia fu
estrapolata dal resto della penisola, divenendo indipendente
dall'esarca di Ravenna. Inizialmente
erano presenti due poteri: uno civile (che dipendeva dal Quaestor Sacri
Palatii) e uno militare (il dux).
Solo quando si definì la figura dello strategos, si assommarono le due funzioni. |