Costante II regnò dal
641 al 668, in un periodo molto duro per lui e per l’impero bizantino. Le
sue decisioni furono impopolari e spesso crearono il malcontento. Ovviamente
a Costantinopoli la decisione di trasferire la capitale ad Occidente non era
condivisa. Lo storico orientale Costantino Manasse scrisse, nel suo
Compendium chronicum, che la volontà di Costante era come quella di
colui che “spogliasse una giovinetta dei suoi begli abiti per adornarne una vecchia
rimbambita” (la «vecchia rimbambita» di cui parla è Roma). Il sogno
di Costante di riportare la capitale a Roma non fu un sogno, ma realtà.
Facendo base in Sicilia egli organizzò un esercito e con esso sbarcò a
Taranto nel 663. Come suo carattere devastò la Puglia, distruggendo anche le
città che, come Lucera, gli si opponevano. Risalendo la penisola mise
sotto assedio Benevento, difesa da Romualdo , il principe ereditano dei
longobardi. Come era ovvio il
padre re Grimoaldo accorse in suo aiuto. Ventimila soldati bizantini, sotto
il comando del generale Saburro, gli andò incontro. I longobardi, barbari
dalle maniere dure e selvaggie, riuscirono a sconfiggere e a disperdere
l’esercito nemico, letteralmente in fuga. Costante
si consolò saccheggiando Roma, ma subito dopo, si ritirò, cercando un luogo
strategicamente più sicuro. Intanto gli Arabi non stavano a guardare.
Nel 652 vi era stata, infatti, la prima grossa incursione musulmana, che si
ripetè nel 669. Anche contro di essi Costante raccolse truppe per una
spedizione punitiva. Nel frattempo Costante II dimorava a Siracusa con
la sua corte e il suo quartiere generale, ponendo pesanti
tasse ai siciliani. Per essere completamente a suo agio, gli mancava
la presenza della famiglia. Chiese, allora, ai suoi di raggiungerlo in
Sicilia. Ma gli abitanti di Costantinopoli insorsero contro questa volontà.
Appellandolo “eretico, malvagio e
Caino”, fermarono nella città l’imperatrice e i tre figli Eracio,
Tiberio e Costantino (che alla morte del padre divenne imperatore col nome
di Costantino IV Pogonato) impedendogli di partire. Costante II visse in
pace a Siracusa fino alla morte, che, ovviamente, avvenne per mano di
congiurati, il 15 luglio del 668. “ Entrato in
Sicilia durante la settima indizione, prese alloggio a Siracusa, e impose
tali vessazioni al popolo [...], quali prima non si erano mai udite,
separando persino le mogli dai mariti, o i figli dai genitori. Ma furono
anche altre e inaudite le sofferenze che i popoli di quelle regioni
dovettero subire, sicché non rimaneva ormai speranza di vita a nessuno.
[...] L'Imperatore [...] alla fine pagò il fio di tali iniquità, e fu ucciso
dai suoi mentre si lavava nel bagno.” (P.
Diacono, Historia Langobardorum, V, 11)
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