Tra le attività storiche di Trapani vi è
l’estrazione del sale marino. Oggi, la zona delle Saline fa parte
della Riserva naturale
integrale Saline di Trapani e Paceco. Potrebbe sembrare un
controsenso, invece l’unione dei due aspetti, l’attività
d’estrazione e la Riserva naturale, convivono in modo stupendo.
Infatti, se le Saline avevano registrato una notevole flessione,
oggi la loro produzione è notevolmente aumentata.
La Riserva
naturale di quasi mille ettari, si suddivide in zona A (di
707 ha) e zona B (la Pre-Riserva, di 278,75 ha). Si caratterizza
come area umida, tra le più importanti della Sicilia orientale. La
stessa presenza delle Saline (di proprietà privata), unitamente al
convogliamento delle acque per l’estrazione del sale (secondo metodi
storici) crea un ambiente che favorisce la migrazione di molte
specie di uccelli (tra questi, i celebri fenicotteri rosa). Il
paesaggio che ne risulta ha delle qualità uniche, compresi i Mulini
a vento, necessari per le opere idriche.
Breve storia Sembra che
le prime Saline risalgano al periodo fenicio. E’ comunque accertata
la loro presenza in periodo normanno, da uno scritto del geografo
arabo al-Idrīsī. Fu sotto il re svevo Federico II che la produzione
del sale divenne un monopolio di Stato, cioè un’attività pubblica.
Solo alcuni secoli dopo, sotto il dominio aragonese, che il sale
tornò ad essere un’attività privata. Successivamente, con gli
spagnoli, la sua produzione raggiunse livelli stratosferici,
trasformando il porto di Trapani nel più importante in Europa per
l’esportazione del sale. Il monopolio di Stato sul sale tornò con
l’Unità d’Italia. Tuttavia, le Saline di Trapani rimasero di
proprietà privata. Ma fu la concorrenza a segnarne il declino.
Furono le saline industrializzate di Cagliari, create alla fine
della Prima Guerra Mondiale, ad assestare il primo colpo. Quando,
dopo la Seconda Guerra Mondiale, si diffuse nel mondo la produzione
di salgemma, le Saline trapanesi entrarono decisamente in crisi.
Molte furono dismesse e molte del tutto abbandonate.
Ma
quando si chiude una porta si apre un portone: con l’istituzione nel
1995 della Riserva naturale, affidata al WWF Italia, nuovo vigore è
stato dato all’estrazione del sale. Vi sono stati interventi di
restauro di vecchie saline recuperate e quello sui caratteristici
Mulini a vento, oggi utilizzati, in parte, nello spostamento
dell’acqua tra le diverse vasche e, in parte, per la macinazione del
sale stesso. Lavorato secondo antiche procedure, il sale di
Trapani è oggi inserito tra i Prodotti agroalimentari tradizionali
siciliani e nelle IGP con il nome "Sale marino di Trapani" I
riconoscimenti sono avvenuti nel 2011, da parte del Ministero delle
Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. E’ stato inserito anche
nell’elenco del ministero dell'Ambiente, come zona umida Ramsar.
Flora e fauna
Tra le unicità della riserva naturale non ci sono solo le
Saline, ma anche una flora e una fauna particolari. L’ambiente,
chiaramente salmastro, necessita di specie arbustive o erbacee, che
possano in esso proliferare. Così, ai margini delle vasche, si
notano la salicornia strobilacea (Halocnemum strobilaceum) e
e l'Halopeplis amplexicaulis,
molto rare sia in Sicilia
che Sardegna. Nell’area sulla costa tra lo Stagnone di
Marsala e il Monte Cofano, diverse sono le specie endemiche. Tra
altre, la Cynomorium coccineum,
chiamata fungo di Malta,
e l'enula marina (Limbarda crithmoides), il Limonium avei
e l'Euphorbia pithyusa.
L’area umida della Riserva di
grande importanza ornitologica, sia per le specie nidificanti che
per quelle svernanti. In totale sono state contate ben 196 specie di
uccelli diverse. Solo per citarne alcune, vi sono: il Fenicottero
rosa, la Spatola, l'Airone bianco maggiore, la Garzetta, il
Tarabuso, il Gabbiano roseo, il Martin pescatore, il Falco di
palude, il Cavaliere d'Italia. Come simbolo della Riserva di Trapani
e Paceco è staa
prescelta l'Avocetta. Nell’area, com’è ovvio, si trovano
numerose specie di insetti, anche rari, mentre particolare è la
presenza nelle acque salmastre marginali delle saline, della
Artemia salina, che è un piccolo crostaceo, che vive in
condizioni particolarmente difficili.
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