Il
Museo regionale Agostino Pepoli di Trapani, tra i più importanti in
Sicilia, è collocato
nell'ex convento
trecentesco dei carmelitani, limitrofo al Santuario dell'Annunziata.
Il museo, nato nei primi anni del Novecento è divenuto museo
regionale solo dopo la guerra. Sorse, infatti, dalla donazione della
collezione privata fatta dal conte Agostino Pepoli (da qui il nome).
Ad essa si aggiunse successivamente, la collezione privata del
generale Giovan Battista Fardella, che comprendeva dipinti di scuola
napoletana. L’allestimento del museo trapanese fu progettato
negli anni sessanta dall'architetto Franco Minissi.
I
ritrovamenti archeologici, esposti nel museo, fanno parte di un
prezioso catalogo edito nel 2009 dalla casa editrice
Edipuglia. Nel 2008, invece, è stata esposta la grande mostra
"Caravaggio: L'immagine del divino", composta da 14 opere del
pittore, che ha riscosso notevole successo. Altre grandi mostre
hanno “abitato” il museo rimanendo memorabili: nel 1986 "L'arte del
corallo in Sicilia" e "Ori e argenti di Sicilia", nel 1989.
Il museo Agostino
Pepoli, prodotto da diverse collezioni, non è monotematico, ma
interdisciplinare. Si suddivide in cinque grandi
sezioni: Marmi e lapidi; Dipinti; Arti industriali; Scultura
Rinascimentale e Memorie del Risorgimento. Fa parte del museo
una rilevante pinacoteca, che espone dipinti di
Tiziano, di
Giacomo Balla, un quadro di scuola valenciana del XV secolo e una
Pietà di Roberto d'Oderisio, del 1380. Tra le sculture ne
spiccano alcune del Gagini. Tra le altre ricchezze del Pepoli vi
sono: gioielli in corallo, argenti, presepi di valore, la notevole
collezione di arti decorative., una ghigliottina napoleonica e rari
cimeli d’epoca garibaldina. Tra le particolarità proprie del museo
citiamo il "Tesoro della Madonna", la collezione costituita da
numerose donazioni fatte alla Madonna di Trapani'.
Reperti storici trapanesi
sono anche le creazioni in corallo: sculture, monili e
altre composizioni. In
passato la pesca e la lavorazione del corallo era a Trapani molto
diffusa. Nacque in città tra il XV e XVI secolo, ad opera dei
pescatori della zona, che cominciarono la pesca del corallo. I
corallari trapanesi iniziarono a farsi conoscere come bravissimi
artigiani, tanto da assicurarsi una committenza di spicco in tutta
Europa e nel bacino del Mediterraneo. Le loro capacità divennero
sempre maggiori e apprezzate. I loro capolavori
Ultimi ritrovamenti Nel
mare di Trapani, non nuovo a queste sorprese, nell’estate del 1999,
è stata rinvenuta sui
fondali di Marausa una grande nave romana, in buonissimo
stato di conservazione. Probabilmente risale al III secolo d.C
Posta sul fondale a 2 metri di profondità, deve essere ancora
recuperata. Il problema, infatti, è la sua musealizzazione, date le
dimensioni del relitto.
|