La lavorazione del corallo nacque a Trapani tra
il XV e XVI secolo, ad opera dei pescatori della zona, che
iniziarono la pesca del corallo dopo la scoperta di vasti banchi
corallini. Secondo una metodologia, si iniziava la pesca a maggio e
si concludeva a settembre. La zona maggiormente ricca di corallo era
situata sulle coste settentrionali di Trapani, ma nella ricerca
nessun luogo veniva trascurato, facendo avventurare i pescatori fin
sulle coste africane. La grande abbondanza di materiale pescato
veniva poi venduto sulla piazza di Trapani ai mercanti, ai corallari
e agli artisti. Il numero di questi si accrebbe velocemente, tanto
che si formò la corporazione dei Pescatori della marina piccola, che
risiedevano in città nella odierna via Corallari. Nel 1591, dopo
mezzo secolo, nel testo “Historia di Trapani” si fa cenno del lavoro
dei corallari trapanesi. Il lavoro dei gioiellieri di corallo non
era né semplice né facile: l’attenta trasformazione era di livello
nettamente artistico.
I corallari trapanesi iniziarono a
farsi conoscere come bravissimi artigiani, tanto da assicurarsi una
committenza di spicco in tutta Europa e nel bacino del Mediterraneo.
Dalla la fine del XVI fino al XVIII secolo, tra i loro acquirenti,
si contavano : sovrani, principi, cardinali e papi. Tra le loro
stupefacenti creazione, produssero: oggetti sacri e profani,
capezzali e cornici, gioielli e presepi. Da sottolineare questi
ultimi in cui fu tilizzato il corallo mischiato a oro, argento,
smalti e pietre preziose. La fattura delle stesse statuini è così
elevata, che potremmo paragonarla alla decorazione scultorea della
scuola del Gagini. I corallari trapanesi ebbero delle committenze
prestigiose ovunque. Oggi la maggior parte delle loro creazioni si
trovano fuori della Sicilia, distribuite in tutta Europa. Tra gli
antichi acquirenti, citiamo le collezioni dei Doria, dei Conti di
Schoenborn, dei Principi di Ligne, dei re di Spagna e dei Whitaker.
Tra gli acquisti rimasti famosi ancora si ricorda quello della
Montagna di Corallo, che il
Viceré di Sicilia Don Francesco Ferdinando Avalos de Aquino comprò,
nel 1570, per farne dono al re Filippo II di Spagna. Storica è
rimasta anche la donazione di un’opera dei corallari, che il Senato
palermitano, nel 1631, inviò a Papa Urbano VIII.
Numerose
opere dei maestri trapanesi si trovano raccolte ed esposte nel Museo
regionale Agostino Pepoli di Trapani. La lavorazione del corallo in
città attualmente è rara. Alcuni corallari mantengono, tuttavia, il
loro lavoro e tutta l’arte di secoli di storia.
|