Il
comune di Sortino (di 9000 abitanti circa), fa parte della provincia
di Siracusa,
da cui dista 30
chilometri. Posto sui
Monti Iblei,
nell'alta valle dell'Anapo,
il paese di Sortino ha in comune con quello di Ferla la
raggiungibilità dell’area di Pantalica. Ricostruite dopo il
terremoto del 1693, in stile Barocco siciliano (come tutta la Val di
Noto), Sortino e Ferla sono due bellissime porte alla suggestività
delle vallate incise dall’Anapo nell’altopiano di Pantalica.
Come abbiamo visto, dista pochi chilometri dalle necropoli di
Pantalica. Qui si trovano 5000 grotticelle,
scavate nella roccia da
generazioni di
ominidi (alcuni azzardano persino da uomini di Neanderthal),
sicuramente nel periodo del Paleolitico e del Neolitico. In epoca protostorica, gli abitanti della zona,
trasformarono le piccole grotte in una immensa necropoli, la più
estesa in tutto il bacino del Mediterraneo. Tuttavia, il paese di
Sortino ebbe origine con certezza solo nel Medioevo. Le vicende di
Sortino si legarono, infatti, con il feudo e le diverse famiglie
nobiliari che lo possedettero. Si inizia dai Moncada, per passare ai
duchi di Modica e, infine alla famiglia dei Gaetani Baroni,
provenienti dalla Toscana. Questi tennero Sortino per circa tre
secoli, e furono tra i maggiori fautori della ricostruzione del
paese sulla collina Aita, dopo il disastroso terremoto del 1693, che
mise in ginocchio tutta la Sicilia del sud-est.
Il miele e la cucina
sortinese
Tra le attività
principali dei sortinesi vi è, senz’altro, quella della produzione
del miele. Famoso già ai tempi dei romani, il miele dei Monti Iblei
è una specialità assolutamente tipica dei luoghi. A Sortino i
maestri mielai producono da sempre vari tipi di miele. Oltre al
“mille fiori”, comune un po’ ovunque, si produce quello di timo, di
eucalipto e di zagara. La stessa gastronomia dell’area è molto
influenzata dall’uso di questo ingrediente. Tra i dolci delle feste
troviamo i piretti (biscotti duri fatti con farina, miele e
mandorle), le sfingi (pasta lievitata, fritta e addolcita con
miele), i
sanfurricchi (caramelle di miele cotto).
Sempre caratteristico della zona è un rarissimo liquore di miele
denominato “il liquore dei mielai” (in siciliano "spiritu re
fascitrari"). Nasce come prodotto di risulta della lavorazione del
miele, acquisendo nel tempo, a causa di una ricetta conosciuta da
pochi, il gusto della rarità.
Sempre tra i dolci propri della gastronomia del luogo è la focaccia
sortinese, ripiena di fichi e
nepeta (pianta
aromatica), che tutti
conoscono, ma che è raramente commercializzata. Tra le ricette
popolari, tipiche della provincia siracusana, vi è il pizzolo.
Sostanzialmente è una pizza rotonda di 20 centimetri di diametro che
viene farcita con vari prodotti o salati o dolci. Originariamente,
molto diffusa tra i contadini, era farcita con verdure varie. Oggi
vi vengono associati salumi, verdure, formaggi, carne, a scelta
(nella versione salata), o ripiene di crema al pistacchio, crema al
cioccolato, ricotta e miele (nella versione dolce).Il pizzolo si
serve nelle pizzerie della provincia o in tipiche “pizzolerie”.
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