Particolare è l’attenzione del ferlesi verso le festività religiose.
Natale, Pasqua e la festa del santo patrono primeggiano nel loro
cuore.
NATALE Il 16 di dicembre inizia a Ferla il Natale.
Al canto delle novene e dei gruppi musicali,
attrezzati di flauto, zampogna e fisarmonica, diffondono l’aria
natalizia per le strade del paese. Questi cantano solo tre strofe al
giorno, ma che per nove giorni raccontano l’intera storia della
nascita di Gesù Bambino. In tutte le chiese del pese si svolgono le
classiche novene natalizie. Il giorno della vigilia del Natale ha
luogo la rappresentazione del presepe vivente. La particolarità
ferlese, ormai divenuta tradizione, sono i presepi artigianali, che
vengono esposti nella parte antica del borgo. Realizzati da
maestranze locali, piccole o grandi che siano, senza alcuna
competizione, vengono esposti liberamente per la gioia di tutti.
PASQUA Molte sono le particolarità della tradizione ferlese
che sono andate perdute con gli anni. Nella preparazione alla
Settimana Santa sono scomparsi, ad esempio, i sabati di quaresima.
Il Venerdì Santo non si svolge più
la rappresentazione sacra della Passione, così come non
esistono più le confraternite di San Sebastiano e Sant'Antonio, che
si occupavano, una volta, delle processioni e dei rituali pasquali.
Ciononostante, se nel corso del tempo la complessa struttura della
Pasqua ferlese è andata semplificandosi, ciò non ha diminuito
l’attaccamento e la partecipazione ai riti della “moderna”
tradizione.
Gli elementi di spicco della Pasqua a Ferla sono
legati ai principali giorni della celebrazione religiosa, ma
presentano delle diversità temporali. Ad esempio, il Giovedì Santo,
dopo la messa dell’Ultima Cena, con la deposizione del Sacramento,
si svolge la prima processione, ma già da questo momento si iniziano
a visitare i “Sepulcri”, che consistono in altari addobbati con
fiori e grano germogliato. La passione di Cristo del Venerdì inizia
nel pomeriggio con la processione
della Croce e
dell’Addolorata. La sera, al termine della predica delle “sette
Parole”, si svolge la funzione della deposizione, in cui Cristo
viene deposto e sistemato nell’urna (il sepolcro). A questo punto,
ne segue un’altra processione notturna, dedicata a Gesù nella tomba.
Incredibilmente, il Sabato Santo, dopo una messa di resurrezione, ha
luogo la processione dell’Addolorata, che cerca il Cristo. La “Sciaccariata”
si svolge di corsa e la rappresentazione di Gesù viene portata dalla
chiesa di San Sebastiano al convento dei padri Cappuccini,
accompagnata da fiaccole fatte di arbusti secchi. Il giorno
seguente di Pasqua, si completa “la ricerca”. All’alba la
processione della Addolorata ricomincia, per concludersi a
mezzogiorno con “U Scontru” (l’incontro). Fatta sempre di corsa, al
rumore di fuochi pirotecnici, la Madonna e Gesù risorto si trovano.
In quest’attimo, la Madre Santa lascia cadere il suo manto funebre.
La giornata di festa si chiude la sera con la processione del “
Gesummaria” finale.
IL PATRONO Il 20 luglio è il giorno
della festa del santo patrono di Ferla: S. Sebastiano. Già la sera
prima la statua del Santo viene spostata dalla nicchia, dove è
conservata, sull'altare principale, qui deposta tra le grida dei
fedeli che lo invocano. Questa reliquia ed il “braccio d’argento”
escono in processione per le strade principali di Ferla. All'alba
del giorno di festa ha luogo l’affollatissima messa in suo onore,
annunciata da venti colpi a cannone. Ad essa è legata la tradizione
del pellegrinaggio, dove i fedeli offrono un cero votivo a S.
Sebastiano. I portatori del fercolo, detti "i nudi", sono vestiti
solo di un paio di pantaloni bianchi e recano sul petto nudi un
immagine del Patrono con un nastro rosso. A mezzogiorno, tra botti e
fuochi d'artificio, il fercolo viene portato fuori dalla chiesa in
processione. La sera stessa questa si ripete, ma, stavolta, è posto
su un carro, che viene trascinato dai bambini.
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