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Pantalica e i siti siciliani dell’UNESCO 

L'UNESCO e i siti Patrimonio dell'Umanità
Siti siciliani dell'UNESCO
Le necropoli di Pantalica
Riserva naturale di Pantalica
La Sortino del miele e dei dolci
Ferla e le sue chiese
Feste religiose a Ferla
SITI SICILIANI DELL'UNESCO
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Villa romana a Piazza Armerina
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La Val di Noto - Ragusa
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Siracusa
Il vulcano Etna

Video su Pantalica
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PANTALICA
     E I SITI SICILIANI DELL'UNESCO

        Dalle necropoli di Pantalica al
    Barocco siciliano della Val di Noto,
    i siti siciliani Patrimonio dell’umanità
    UNESCO offrono un ventaglio
    storico molto ampio. La loro visita
    regala sensazioni stupefacenti.
    E poi c’è tutto il resto…

   

    Feste religiose a Ferla

     
     

 

 

Ferla, via Umberto 

Marcogarro - 19 febbraio 2006
Foto da Wikimedia Commons

 






 

Particolare è l’attenzione del ferlesi verso le festività religiose. Natale, Pasqua e la festa del santo patrono primeggiano nel loro cuore.

NATALE
Il 16 di dicembre inizia a Ferla il Natale. Al
canto delle novene e dei gruppi musicali, attrezzati di flauto, zampogna e fisarmonica, diffondono l’aria natalizia per le strade del paese. Questi cantano solo tre strofe al giorno, ma che per nove giorni raccontano l’intera storia della nascita di Gesù Bambino. In tutte le chiese del pese si svolgono le classiche novene natalizie. Il giorno della vigilia del Natale ha luogo la rappresentazione del presepe vivente. La particolarità ferlese, ormai divenuta tradizione, sono i presepi artigianali, che vengono esposti nella parte antica del borgo. Realizzati da maestranze locali, piccole o grandi che siano, senza alcuna competizione, vengono esposti liberamente per la gioia di tutti.

PASQUA
Molte sono le particolarità della tradizione ferlese che sono andate perdute con gli anni. Nella preparazione alla Settimana Santa sono scomparsi, ad esempio, i sabati di quaresima. Il Venerdì Santo non si svolge più  la rappresentazione sacra della Passione, così come non esistono più le confraternite di San Sebastiano e Sant'Antonio, che si occupavano, una volta, delle processioni e dei rituali pasquali. Ciononostante, se nel corso del tempo la complessa struttura della Pasqua ferlese è andata semplificandosi, ciò non ha diminuito l’attaccamento e la partecipazione ai riti della “moderna” tradizione.

Gli elementi di spicco della Pasqua a Ferla sono legati ai principali giorni della celebrazione religiosa, ma presentano delle diversità temporali. Ad esempio, il Giovedì Santo, dopo la messa dell’Ultima Cena, con la deposizione del Sacramento, si svolge la prima processione, ma già da questo momento si iniziano a visitare i “Sepulcri”, che consistono in altari addobbati con fiori e grano germogliato. La passione di Cristo del Venerdì inizia nel pomeriggio con la processione della Croce e dell’Addolorata.
La sera, al termine della predica delle “sette Parole”, si svolge la funzione della deposizione, in cui Cristo viene deposto e sistemato nell’urna (il sepolcro). A questo punto, ne segue un’altra processione notturna, dedicata a Gesù nella tomba.
Incredibilmente, il Sabato Santo, dopo una messa di resurrezione, ha luogo la processione dell’Addolorata, che cerca il Cristo. La “Sciaccariata” si svolge di corsa e la rappresentazione di Gesù viene portata dalla chiesa di San Sebastiano al convento dei padri Cappuccini, accompagnata da fiaccole fatte di arbusti secchi.
Il giorno seguente di Pasqua, si completa “la ricerca”. All’alba la processione della Addolorata ricomincia, per concludersi a mezzogiorno con “U Scontru” (l’incontro). Fatta sempre di corsa, al rumore di fuochi pirotecnici, la Madonna e Gesù risorto si trovano. In quest’attimo, la Madre Santa lascia cadere il suo manto funebre. La giornata di festa si chiude la sera con la processione del “ Gesummaria” finale.

IL PATRONO
Il 20 luglio è il giorno della festa del santo patrono di Ferla: S. Sebastiano. Già la sera prima la statua del Santo viene spostata dalla nicchia, dove è conservata, sull'altare principale, qui deposta tra le grida dei fedeli che lo invocano. Questa reliquia ed il “braccio d’argento” escono in processione per le strade principali di Ferla.
All'alba del giorno di festa ha luogo l’affollatissima messa in suo onore, annunciata da venti colpi a cannone. Ad essa è legata la tradizione del pellegrinaggio, dove i fedeli offrono un cero votivo a S. Sebastiano. I portatori del fercolo, detti "i nudi", sono vestiti solo di un paio di pantaloni bianchi e recano sul petto nudi un immagine del Patrono con un nastro rosso. A mezzogiorno, tra botti e fuochi d'artificio, il fercolo viene portato fuori dalla chiesa in processione. La sera stessa questa si ripete, ma, stavolta, è posto su un carro, che viene trascinato dai bambini.

 
 

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