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  Paternò, la città
  delle regine e dei principi
   
 
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EX AQUA -
Il braccio di San Raineri
 

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 Paternò

 

  Introduzione
Il toponimo di Paternò
Hybla Major ed Imessa
Le antiche etnie: i Siculi
I primordi e la nascita di Paternò
Le regine e Paternò
L'epoca contemporanea
La famiglia dei Moncada

Antiche architetture
La religiosità a Paternò
Dialetto e folclore
Il vulcano Etna
Il Parco dell'Etna
L'arancia rossa di Sicilia
Il ficodindia dell'Etna

Video su Paternò


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
       
 
1/11
     
   
     PATERNO'
  
   

         La Storia, a volte, disegna dei    tracciati
   e dei valori che poi, nel tempo, si perdono.
   E’ il caso di Paternò. La città era prediletta
   dalle regine aragonesi, divenendo, poi,
   il feudo dei principi Moncada.  Oggi la
   cittadina etnea si distingue per la produzione
   delle arance rosse Sanguinelle e per i suoi
   ficodindia. Il Parco dell’Etna, con Paternò,
   svela un paesaggio nascosto, forse
   lo stesso dell’antica nobiltà…

   
   Introduzione    
     
     

 
 

Panorama di
Paternò (CT)


Normangreek -
27 luglio 2011
Foto da
Wikimedia Commons





 

l comune di Paternò, che fa parte della provincia di Catania, dista appena una ventina di chilometri dal capoluogo. E’, inoltre, il terzo comune della provincia per numero di abitanti, circa 50.000, dopo Catania ed Acireale. Fa parte dell'area etnea. La superfice del suo comune, infatti, è posta alle pendici sudoccidentali del vulcano Etna. Ha un'altitudine media, che si aggira sui 225 m s.l.m.
Geologicamente il comune si suddivide in due grandi aree: quella con terreno lavico (verso il vulcano) e quella alluvionale verso la piana di Catania. L’abitato è posto in una conca delimitata dall’antica area dell’Etna, in periodo
preistorico.
L’area territoriale non presenta zone periferiche. Il centro storico è racchiuso dai quartieri
Ardizzone e Scala Vecchia-Palazzolo. Al centro si trova la "Collina storica". Su di essa si erge la Rocca normanna e la maggior parte degli edifici di maggiore pregio.
Il territorio comunale di Paternò, nella classificazione sismica (nonostante si trovi sull’Etna) è stato valutato come Zona 2, cioè, di sismicità media.
La zona di Paternò è ricca di fonti idriche (tra le altre: Monafria, Maimonide e Currone) e rientra nel bacino idrografico del fiume Simeto. Il suo nome, narra una leggenda, deriverebbe da quello di un re greco, che fondò l’antica città di Imessa.

Per la presenza dell’acqua e della fertilità del terreno, ampio sviluppo ha avuto l’attività agricola (in particolare agrumi). E’, infatti,
rinomata l'arancia rossa, la cosidetta sanguinella, che viene ampiamente esportata. Oggi la produzione agricola comprende anche cereali, ortaggi, pomodori, olive ed uva. Nella storia (XVI secolo) l’attività economica comprendeva, soprattutto, la coltivazione del baco da seta, e del cotone. Veniva praticata anche la coltivazione dei legumi e delle mandorle, tutte colture ormai dismesse. Essendo ampia l’area coltivata (oltre l'80%), ne deriva lo scarso diffusione di terreno boschivo.

Tra le zone di interesse naturalistico, facenti parte del comune, vi è quella delle Salinelle. E’ un luogo geologico e naturalistico, dove si possono ammirare veri e propri vulcani di fango.
L’Oasi di Ponte Barca è, invece, un'area naturale protetta, caratterizzata dalle rovine del Ponte Barca sul Simeto d’epoca romana. E’ particolarmente frequentata da varie specie di volatili.
I
comuni di Biancavilla, Paternò e Centuripe condividono un’area di 675,00 ettari, un sito naturalistico di grande interesse, sempre sul fiume Simeto nella zona di Pietralunga.

 
 
 

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