l comune di Paternò, che fa parte della provincia di Catania, dista
appena una ventina di chilometri dal capoluogo. E’, inoltre, il
terzo comune della provincia per numero di abitanti, circa 50.000,
dopo Catania ed Acireale. Fa parte dell'area etnea. La
superfice del suo comune, infatti, è posta alle pendici
sudoccidentali del
vulcano Etna. Ha un'altitudine media, che si
aggira sui 225 m
s.l.m. Geologicamente il comune si suddivide in due grandi aree:
quella con terreno lavico (verso il vulcano) e quella alluvionale
verso la piana di Catania. L’abitato è posto in una conca delimitata
dall’antica area dell’Etna, in periodo preistorico.
L’area territoriale non presenta zone periferiche. Il centro storico
è racchiuso dai quartieri Ardizzone e Scala
Vecchia-Palazzolo. Al
centro si trova la
"Collina storica". Su di essa si erge la Rocca
normanna e la maggior parte degli edifici di maggiore pregio. Il
territorio comunale
di Paternò, nella classificazione sismica (nonostante si trovi
sull’Etna) è stato valutato come Zona 2,
cioè, di sismicità
media. La zona di
Paternò è ricca di fonti idriche (tra le altre: Monafria,
Maimonide e Currone)
e rientra nel bacino idrografico
del fiume Simeto. Il
suo nome, narra una leggenda, deriverebbe da quello di un re greco,
che fondò l’antica città di
Imessa.
Per la presenza dell’acqua e della fertilità del
terreno, ampio sviluppo ha avuto l’attività agricola (in particolare
agrumi). E’, infatti,
rinomata l'arancia rossa, la cosidetta sanguinella,
che viene ampiamente esportata. Oggi la produzione agricola
comprende anche cereali, ortaggi, pomodori, olive ed uva.
Nella storia (XVI secolo) l’attività economica comprendeva,
soprattutto, la coltivazione del baco da seta, e del cotone. Veniva
praticata anche la coltivazione dei legumi e delle mandorle, tutte
colture ormai dismesse.
Essendo ampia l’area coltivata (oltre
l'80%),
ne deriva lo scarso diffusione di terreno boschivo.
Tra le zone di interesse
naturalistico, facenti parte del comune, vi
è quella delle
Salinelle. E’ un luogo geologico e naturalistico, dove si
possono ammirare veri e propri vulcani di fango. L’Oasi di Ponte Barca è, invece,
un'area naturale protetta, caratterizzata dalle rovine del Ponte
Barca sul Simeto d’epoca romana. E’ particolarmente frequentata da
varie specie di volatili. I comuni di Biancavilla, Paternò
e Centuripe condividono un’area di 675,00 ettari, un sito
naturalistico di grande interesse, sempre sul fiume Simeto nella
zona di Pietralunga.
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