PATERNO'
La
Storia, a volte, disegna dei tracciati
e dei valori che poi, nel tempo, si perdono.
E’ il caso di Paternò. La città era prediletta
dalle regine aragonesi, divenendo, poi, il
feudo dei principi Moncada. Oggi
la cittadina etnea si distingue per la
produzione delle arance rosse
Sanguinelle e per
i suoi ficodindia. Il Parco dell’Etna, con
Paternò, svela un paesaggio nascosto, forse
lo stesso dell’antica nobiltà…
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Il toponimo di Paternò
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Pur avendo una linga storia, che
inizia con le città del periodo siculo, Hybla Major ed Imessa, il
suo toponimo ha origini più recenti. Come periodo d’origine vari
studiosi lo pongono in età bizantina. Il linguista Giovanni Alessio
sostiene che l’origine del nome di Paternò derivi dal paese vicino
di Adernò (nato anch’esso in periodo bizantino). In particolare,
Il toponimo deriverebbe dal termine greco
ep-Adernòn,
traducibile come “verso Adernò”.
Lo
storico Gaetano
Savasta, invece, nel suo libro Memorie storiche della
città di Paternò (del1905), fa nascere il toponimo del paese
etneo dal latino, invece che dal greco. Esso deriverebbe da
Paetram Aitnaion, cioè,
“Rocca degli Etnei”. Il
termine Aitna è l’antico nome del villaggio di Imessa. Egli conferma
l’ipotesi formulata dallo studioso Leandro Alberti, che, nel XVI
secolo, poneva la nascita di Paternò in periodo romano.
Altra
teoria, simile a quest’ultima, risale al geografo arabo Al-Muqaddasi,
che, nella sua descrizione della Sicilia, chiamava il paese etneo
come Batarnù (molto
simile a ep-Adernòn), sostenendo, tra l’altro, che il
toponimo risalisse ad epoca precedente a quella araba. Al di là
delle possibili origini, sappiamo che, sotto la dominazione
normanna, il paese assunse il toponimo di Paternionis.
La
leggenda
Sull’origine del toponimo esiste a Paternò anche un’antica leggenda.
Si narra che due soldati romani stavano violentando una donna del
posto. A difesa della ragazza accorsero un vecchio e un giovane (suo
figlio). Uno dei due fu ucciso, mentre l’altro riuscì a scappare
anche se ferito. I due locali, catturati, furono sottoposti a
giudizio. Il militare ferito, però, riconobbe solo il giovane.
Questo interrogato alla domanda di chi fosse l’anziano non confessò
l’identità del padre. Il giovane fu giustiziato. Si narra che il
vecchio non morì mai, divenendo parte del paesaggio stesso. Da
allora il paese fu denominato, per l'appunto,
“Pater-nò”.
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