PATERNO'
La
Storia, a volte, disegna dei tracciati
e dei valori che poi, nel tempo, si perdono.
E’ il caso di Paternò. La città era prediletta
dalle regine aragonesi, divenendo, poi, il
feudo dei principi Moncada. Oggi
la cittadina etnea si distingue per la
produzione delle arance rosse
Sanguinelle e per
i suoi ficodindia. Il Parco dell’Etna, con
Paternò, svela un paesaggio nascosto, forse
lo stesso dell’antica nobiltà…
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Antiche
architetture
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Architetture romane
L’Acquedotto
Tra le maggiori opere architettoniche d’epoca romana in
Sicilia vi è, senz’altro, l’acquedotto che portava l’acqua sino a
Catania. La fonte sorgiva originava nella zona di
Santa Maria di Licodia.
L’acquedotto per giungere sino all’abitato della città di Catania,
attraversava i territori di Paternò, Belpasso e Misterbianco.
Il
Ponte di Pietralunga
Di età romana rimangono, anche, le rovine del ponte
posto
in
contrada Pietralunga, ad ovest di Paternò.
Architetture normanne Il
Castello normanno
Anche Paternò
ha un suo castello. Edificato nel 1072 per volere del Gran Conte
Ruggero, normanno, è stato modificato all’inizio del XIV secolo.
Esso presenta una forma simile ai donjon francesi coevi, cioè
un parallelepipedo verticale. Le sue dimensioni lo rendono il
Maschio più grande
costruito in Sicilia in periodo normanno (24 x 18 x 34 m). Il
maschio o
mastio era, sostanzialmente,
la torre più alta del castello medievale. Veniva utilizzata come
ultima difesa contro gli assalitori. Essendo impossibile
raggiungerlo direttamente, bisognava attraversare delle zone esposte
al tiro di alcune aperture proprie dal mastio stesso. Mentre
il donjon era realizzato
come abitazione, il Mastio poteva non esserlo.
Gli
interni del Mastio di Paternò presentano un buono stato di
conservazione. Al piano terra è collocata l’antica cappella. Salendo
le scale ottenute nelle mura, si raggiunge il primo
piano dove è posta la sala d'armi, illuminatissima grazie a quattro
grandi bifore. Molto illuminata è anche la Galleria situata al piano
superiore. Raggiungendo il terrazzo si puà godere di un panorama
molto ampio, che va dall’Etna, alla piana di Catania fino alla valle
del Simeto. Sono stati effettuati lavori di restauro
nel 1900 e nel 1958.
La Torre dei Falconieri
Era,
probabilmente, un avamposto militare del castello, ed in tempo di
pace
la Torre dei Falconieri di Paternò, veniva
utilizzata da questi ultimi, traendone il nome. Oggi la Torre è
utilizzata come campanile della Chiesa della Madonna dell'Itria. La
chiesa fu realizzata, tra le prime, nella parte bassa della città,
area di costruzione preferita dopo il terremoto del 1693. Fu
inizialmente dedicata alla patrona del paese, Santa Barbara. Ad essa
facevano capo i
cavalieri dell'Ordine teutonico. Dopo la costruzione dell’attuale
chiesa di Santa Barbara, il tempio è stato dedicato all'Odigitria.
Le Porte
di Paternò
Paternò
era dotata di un sistema di poderose mura in età normanna. Si
accedeva al paese attraverso nove porte. Le mura sono visibili,
mentre delle nove porte ne rimangono solo tre, quali:
la
porta del Borgo, la porta Lentini o del Pertuso e
la porta della Ballottola. |