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Premessa
Il mondo dei Nebrodi
Cenni storici
La scultura dei Nebrodi
L'architettura medievale
L'architettura rinascimentale
  Il territorio: geologia
Il territorio: morfologia
Il territorio: idrografia
Il territorio: vegetazione e flora
Il territorio: fauna

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 Conosciamo i Nebrodi
   IL TERRITORIO DEI NEBRODI:
   L'AMBIENTE NATURALISTICO, ANTROPICO,
   STORICO E   CULTURALE
 

Per saperne di più  

 
   
 
  Il mondo dei Nebrodi    
     
     

Testo di Francesco Cimino


 

 
I NEBRODI PER IMMAGINI
 
Foto di Chiara Samugheo

 











 
Come nel caso del toponimo, anche i confini dei Nebrodi sono indefiniti. Geografi e geologi non riescono ad accordarsi. Ma è certo un dato: l’insieme dei fattori fisici, naturalistici e antropologici fanno della regione un ambiente omogeneo in cui morfologia, geologia, vegetazione, fauna, storia, tradizioni e ordinamenti sono talmente compenetrati che disgiungerli riesce difficile.

E poi, che scopo avrebbe l’operazione? Solo quella di spezzare l’armonia d’un mondo, quando invece occorre recuperarla e farla conoscere. Alla gente dei Nebrodi, anzitutto, consapevole di aver saputo preservare nel tempo una propria identità e che ora - per dirla con Benedetto Croce - vuole "intendere il presente nella sua origine storica", scoprire nel passato le radici di ciò che tiene oggi uniti.

I Nebrodi nascondono un patrimonio storico, artistico e culturale di grande importanza anche per capire lo sviluppo dei processi storici dell’isola. Si tratta di un patrimonio rilevante, pur se in gran parte da recuperare. Ed esso non va considerato soltanto come rappresentazione di civiltà, dunque mezzo per capire la peculiarità storica dell’uomo dei Nebrodi che sul suo territorio mai subì in modo globale, esclusivo, la cultura di Atene, di Roma o dei Bizantini, degli arabi, dei normanni o degli svevi, nè risenti delle lunghe occupazioni militari degli spagnoli, dei piemontesi e degli austriaci. Questo patrimonio va considerato anche un bene economico reale, importante risorsa aggiuntiva per lo sviluppo.

La sensazione che queste immagini ci comunicano è quella di un contesto ambientale straordinariamente ricco e singolare. Un contesto che avrebbe tutte le caratteristiche per accogliere flussi turistici rilevanti, se si valorizzassero le risorse naturali, che consentono uno sfruttamento contestuale di mare, colline e montagna.

Su questo piano in epoca recente sono state realizzate iniziative e infrastrutture di grande significato. C’è ancora molto da fare, soprattutto verso l’interno sia per sviluppare i processi economici che il turismo. Certo, quando si parla di valorizzazione turistica, di sfruttamento dell’ambiente marino, collinare e di montagna, vengono subito in mente gli esempi ormai innumerevoli di scenari bellissimi deturpati dalle colate di cemento, di habitat naturali, che si erano conservati per millenni, cancellati di colpo dalla speculazione. Ed ec

co che abbiamo quasi paura di sfogliare queste pagine, di godere la palpitante bellezza delle fotografie che le illustrano: razionalmente sappiamo che si tratta di un mondo ancora vivo, carico di atmosfera, di sapori, di odori, di un suo tessuto umano coinvolgente; ma psicologicamente temiamo di vedere quei colori, quegli alberi, quei muri in immagini che ci parlano già di ieri, non più di oggi. Di quelle case com’erano e non come saranno.

Tutto questo deve essere salvato. E possibile imparando a congiungere, con intelligenza e fermezza, la tutela ambientale con la valorizzazione turistica, un binomio troppo spesso in antitesi per incapacità progettuale nella programmazione dello sviluppo e degli interventi sul territorio, per miope debolezza nell’applicazione delle norme di salvaguardia.

 
 

     

segue

 

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