E poi, che scopo avrebbe loperazione? Solo quella di spezzare
larmonia dun mondo, quando invece occorre recuperarla e farla conoscere. Alla
gente dei Nebrodi, anzitutto, consapevole di aver saputo preservare nel tempo una propria
identità e che ora - per dirla con Benedetto Croce - vuole "intendere il presente
nella sua origine storica", scoprire nel passato le radici di ciò che tiene oggi
uniti.
I
Nebrodi nascondono un patrimonio storico, artistico e culturale di grande importanza anche
per capire lo sviluppo dei processi storici dellisola. Si tratta di un patrimonio
rilevante, pur se in gran parte da recuperare. Ed esso non va considerato soltanto come
rappresentazione di civiltà, dunque mezzo per capire la peculiarità storica
delluomo dei Nebrodi che sul suo territorio mai subì in modo globale, esclusivo, la
cultura di Atene, di Roma o dei Bizantini, degli arabi, dei normanni o degli svevi, nè
risenti delle lunghe occupazioni militari degli spagnoli, dei piemontesi e degli
austriaci. Questo patrimonio va considerato anche un bene economico reale, importante
risorsa aggiuntiva per lo sviluppo.
La sensazione che queste
immagini ci comunicano è quella di un contesto ambientale straordinariamente ricco e
singolare. Un contesto che avrebbe tutte le caratteristiche per accogliere flussi
turistici rilevanti, se si valorizzassero le risorse naturali, che consentono uno
sfruttamento contestuale di mare, colline e montagna.
Su questo piano in epoca
recente sono state realizzate iniziative e infrastrutture di grande significato. Cè
ancora molto da fare, soprattutto verso linterno sia per sviluppare i processi
economici che il turismo. Certo, quando si parla di valorizzazione turistica, di
sfruttamento dellambiente marino, collinare e di montagna, vengono subito in mente
gli esempi ormai innumerevoli di scenari bellissimi deturpati dalle colate di cemento, di habitat
naturali, che si erano conservati per millenni, cancellati di colpo dalla
speculazione. Ed ec
co che abbiamo quasi paura di
sfogliare queste pagine, di godere la palpitante bellezza delle fotografie che le
illustrano: razionalmente sappiamo che si tratta di un mondo ancora vivo, carico di
atmosfera, di sapori, di odori, di un suo tessuto umano coinvolgente; ma psicologicamente
temiamo di vedere quei colori, quegli alberi, quei muri in immagini che ci parlano già di
ieri, non più di oggi. Di quelle case comerano e non come saranno.
Tutto questo deve essere
salvato. E possibile imparando a congiungere, con intelligenza e fermezza, la tutela
ambientale con la valorizzazione turistica, un binomio troppo spesso in antitesi per
incapacità progettuale nella programmazione dello sviluppo e degli interventi sul
territorio, per miope debolezza nellapplicazione delle norme di salvaguardia. |