Dopo la disfatta degli arabi rimanevano ancora efficienti San Filippo e
San Barbaro di Demenna e SantAngelo di Brolo.
Tuttavia poche sono le
testimonianze edilizie di questepoca, giacché le chiese basiliane sopravvissute
alla conquista araba sono state ricostruite in età normanna.
Delle antiche città
greco-bizantine di Panaghia, che compare in un diploma normanno del 1064, si ignora
persino lubicazione; di Fitalia si sa che alla fine del XIV sec, fu aggregata al
castello del Salvatore, e che sorgeva alla confluenza dei fiumi Galati e Tortorici che
formano il Fitalia, detto anche Zappulla.
Della mitica Demenna, che
diede il nome alla Valdemone, non è rimasta alcuna traccia esterna, e forse
anchessa sorgeva lungo il torrente Fitalia nei pressi di San Marco dAlunzio ed
Alcara Li Fusi (A. Meli XVIII sec.). Nelle campagne del castello di Turiano (Alcara) che
nel VII sec. fu sede vescovile e dove sorse il monastero greco di Santa Barbara di Demenna
(VIII-IX sec.) che con quello di San Basilio presso San Marco dAlunzio fu metochio
della laura di S. Filippo di Demenna o di Fragalà presso Frazzanò, ricostruito nel
1090 dal Conte Ruggero.
In San Teodoro a San Marco
dAlunzio recenti restauri hanno rimesso in luce tre nicchie absidali di una chiesa
bizantina incorporata nelledificio più tardo con affreschi molto rovinati di un Pantocrator
ed in basso quattro evangelisti o diaconi, mentre in quella laterale i quattro Dottori
della chiesa orientale: Atanasio, Basilio, Gregorio Nazianzeno e Giovanni Crisostomo
reggono filatteri recanti i propri scritti teologici in greco. Il linguaggio pittorico è
parte integrante di quella cultura monastica popolare e stilizzata diffusa nei cenobi
della periferia dellimpero doriente e che ha dato le maggiori espressioni
italiane in Puglia e Basilicata.
Ledificio, originario
forse della fine del VII sec. venne poi trasformato agli inizi del IX in cripta di una
nuova chiesa a croce greca con cupole a sesto ribassato.
Nel monastero di Santa
Maria del Rogato di Alcara Li Fusi, luogo di rifugio nel XIII sec, dei monaci di Santa
Barbara di Demenna, gli affreschi superstiti, con una dormitio Virginis di schema
bizantino dalla vigorosa carica lineare, sono già plasticamente romanici, tanto da
suggerire confronti (cfr. donna alla finestra) con alcune immagini popolaresche di S.
Angelo in Formis (Campania, prima metà del XI sec.), presumibile epoca
dellesecuzione di quelli di Alcara Li Fusi, durante il periodo della restaurazione
monastica della contea normanna. |