Presentano moduli equivalenti, anche altri edifici ecclesiastici
palermitani come S. Sebastiano e labazia di S. Martino delle Scale,
questultima conclusa da una cupola a sesto ribassato che accentua referenze toscane
e dellItalia centrale, come S. Maria di San Piero Patti.
La chiesa, della quale
lultima fase edificatoria è precisata dalla data incisa sulla facciata, 1581, ha
stupefacenti affinità con quella di S. Antonio Abate di Patti, di identico
respiro rinascimentale nella spaziosa navata centrale.
Lampio intercolumnio
ritma in entrambe un arco alleggerito dal dado brunelleschiano, che, come il pulvino
bizantino, è posto tra la muratura ed il capitello.
Anche la Matrice di Montagna
Reale, in origine a tre navate e successivamente ristretta, conserva ancora, sotto i
pesanti pilastri di stucco, parte del vecchio colonnato, del quale abbiamo ritrovato un
capitello corinzio in un deposito ricavato dalla navata laterale sinistra.
La chiesa di S.
Salvatore a SantAngelo di Brolo, scoperchiata ed in stato di abbandono,
presenta lo stesso, modulo, con archi a tutto sesto che ritmano un intercolumnio di
armoniose proporzioni rinascimentali, sebbene lintersezione del transetto mostri
caratteri più antichi, sia nelle murature che nella decorazione scultorea delle aperture,
tanto da far pensare al riutilizzo di una costruzione precedente.
Il modulo del S.
Salvatore è ripetuto nelle altre chiese dellimportante centro monastico: la
Matrice e la settecentesca S. Filippo.
La chiesa del SS. Salvatore
di Fitalia ha rivelato, nel corso di recenti restauri, colonnati simili a quelli degli
edifici precedenti, inserendosi in questo omogeneo contesto architettonico di ascendenza
toscana, dal Brunelleschi a Francesco di Giorgio e Giuliano da Sangallo.
Forme rinascimentali
rivelano gli interni delle chiese madri di Galati Mamertino, Motta dAffermo, ricostruita
a partire dal XV sec., ed ora in fase di restauro di ripristino, di Raccuia, della
prima metà del 500, ma riedificata nel 1804 e 1935, (G. Argeri, 1982), di S.
Cono a Naso, consacrata nel 1511, di S. Lucia a Mistretta, consacrata nel 1494,
la cui testimonianza è il primitivo accesso, con il portale di D. Pellegrino, ma
terminata nel 1525 (e poi restaurata dopo il terremoto del 1630 - D. Porrazzo
1984). Come la matrice di Montalbano Elicona, di redazione più tarda o
ricostruzione del 1646, data di un capitello rimesso in opera (F. Rizzo, 1969), di Tusa,
di Ucria, e di molti altri centri montani. |