I Normanni ebbero coscienza di rappresentare una sparuta minoranza e
usarono accortezza e intelligenza nellattirare, assimilandone le culture e
utilizzandone le diverse potenzialità, arabi, greci e latini; essendo questi ultimi i
componenti della nuova classe dirigente costituita, oltre che da Normanni, da Franchi e
Lombardi. Alcuni monasteri greci avevano stentatamente sopravvissuto alla dominazione
araba proprio nel territorio nord-orientale.
Comè risaputo fu il
conte Ruggero a segnare la nascita ufficiale di Patti, che secondo la tradizione era già
un centro abitato da profughi tindaritani, creandovi un ricco monastero, un munito
castello e, soprattutto, un centro di servizio per un vasto hinterland, in gran parte
coincidente con il territorio nebrodense.
Il fatto che i Normanni
fossero pervenuti al concetto, quanto mai moderno, di "centro di servizio" con
specifiche funzioni amministrative, economiche, giuridiche e politiche, testimonia delle
loro capacità di governo in un territorio di recente conquista e di composita realtà
socio-economica. Limportanza assunta dalla città è poi confermata dalla
predilezione che le riservò Adelaide (meglio conosciuta come Adelasia) vedova del conte
Ruggero, già reggente dello Stato alla sua morte e reduce dal dissennato secondo
matrimonio con Baldovino di Gerusalemme, quando già il figlio Ruggero II° aveva
assunto il potere e mirava al grande "regno di Sicilia". Fu a Patti che ella
volle il suo sepolcro nel 1118.
Giova ricordare come la
reggenza di Adelaide, che veniva dallItalia del nord, indusse una rilevante
immigrazione lombarda nella Sicilia orientale: ad essa fu dovuta la "colonia" di
5. Fratello.
Il regno di Ruggero II°
è considerato come uno dei momenti più felici per lintera Sicilia: insieme con
lagricoltura, la pesca, lindustria e il commercio, vi prosperarono la
letteratura e le scienze. Seguirono gli Svevi, i quali, in genere, non fecero che
utilizzare opportunamente queste basi, per cui Federico II° potè esercitare quel
"cesarismo" autoritario che diede alla Sicilia gli ultimi bagliori di forza,
autonomia e ricchezza. Come traccia evidente del dominio assoluto che egli volle imporre a
tutta lisola, in armonia con il suo concetto dellautorità e la conseguente
distruzione di tutti i "ribelli", re stano i "castelli" con carattere
di specifico presidio militare che egli innalzò in luoghi strategici ancora sguarniti o
che rafforzò e munì come a Brolo e Ficarra. Ma alla sua morte, nel 1250, seguì una
lunga fase di decadenza caratterizzata dallavvicendarsi al potere di signorotti
indigeni o forestieri imposti dai sovrani o per successione naturale, per matrimoni,
per intrighi di varia natura, per lotte e rivalità tra famiglie, per denaro, in genere
dediti a taglieggiamenti indiscriminati, a spietato sfruttamento delle risorse umane,
talora indulgenti a liberalità o paternalismo, più spesso a cupa ferocia. Contro un tale
potere raramente e inutilmente si verificarono molte sollevazioni popolari.
Sul piano sociale si può
dire che abbiamo una struttura a due sole componenti, di tipo feudale, in cui la grande
maggioranza della popolazione è costituita da contadini soggetti a una durissima fatica
quotidiana e a una continua lotta per la sopravvivenza. Ancora ai primi censimenti
effettuati dopo lunità in molti paesi del territorio il 90% della popolazione
risulta dedito alla agricoltura o alla pastorizia. Vi si accompagna un artigianato esperto
ma limitato ad alcune esigenze primarie: scalpellini e muratori, fabbri e maniscalchi,
falegnami, sarti, sellai e ciabattini; carrettieri e "bordonari" assicuravano i
trasporti tra i vari centri utilizzando le poche strade esistenti, più spesso le
mulattiere e le "regie trazzere". Il ceto medio borghese aveva una posizione e
un peso del tutto marginale. |