Mentre un più grande polittico smembrato, ora nella chiesa madre di
Mistretta, dal quale lesecuzione fu stipulata con Antonino e Vincenzo Gagini il
10 Novembre 1554 (Di Marzo, Doc. XXXIX) nella S. Lucia si ricollega alla
delicata interpretazione paterna di S. Piero Patti e delle Annunziate già presenti nella
regione.
Nella stessa Mistretta Antonino
scolpì secondo il Di Marzo, parte della decorazione marmorea del retablo di S.
Caterina, nella omonima chiesa, da segnalare perché vi collaborano marmorari
sconosciuti, "Maestro Paulo de Marco, et Petro Ribaldo et Antoni lo Papa", questultimo
di etimo locale.
Il gruppo marmoreo più
singolare portato a termine da Antonino, è una Trinità, ora nella matrice di Galati
Mamertino da S. Spirito.
Commissionata in un primo
tempo ad Aurelio Basilicata, scultore originario di quella regione del regno di Napoli,
venne affidata dallo stesso nel 43 ad Antonello che la portò a termine lanno
successivo (Di Marzo, 110 Doc. CLXV e CLX VIII).
La pesantezza un po
informe del gruppo di schema masaccesco, conferma quanto Antonino preferisse lo studio
della figura femminile.
Il più incorporeo gruppo
dellAssunta del Duomo di Marsala, ripreso da quello del padre nella tribuna del
Duomo di Palermo, viene ripetuto successivamente nella redazione inedita, della scuola
nella matrice di S. Filippo e Giacomo a Naso.
Giacomo Gagini, germano di
Antonino, e che già abbiamo visto impegnato al perfezionamento delle sculture paterne,
con Antonino dellAnnunziata di Longi (1536) e con il fratello minore
Vincenzo, del presepe di Roccella Valdemone (1540), lavora in prima persona
nellopera di maggiore impegno.
Il grande retablo per la
cappella del Sacramento della Matrice di Sinagra, allogato il 21 maggio 1542 (Di
Marzo, 110 doc. CXC VII) dai procuratori della chiesa, fra i quali un Maestro
Pietro Fiorentino, che poi il 18 luglio dellanno seguente, attesta di aver ricevuti
marmi lavorati per la messa in opera, confermando la presenza, anche nei centri minori dei
Nebrodi di scultori, scalpellini e fabbricatores forestieri.
Lo stile di Giacomo,
morbido e plastico nel modellato, domina come creta la materia, imprigionando forme
manieriste in drappeggi sinuosi prebarocchi.
Fra le ultime opere di
questo scultore poco documentato, licona marmorea della Matrice di Pettineo, firmata
il 25 Giugno 1597, lanno precedente la morte, con la visitazione e i Santi
Filippo e Giacomo, citata dal Di Marzo che non ne apprezza lo stile compendiario a causa
di "imperfezioni di scalpello", che invece denotano una cifra
personalissima, precorritrice dei tempi. |