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Premessa
Il mondo dei Nebrodi
Cenni storici
La scultura dei Nebrodi
L'architettura medievale
L'architettura rinascimentale
  Il territorio: geologia
Il territorio: morfologia
Il territorio: idrografia
Il territorio: vegetazione e flora
Il territorio: fauna

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 Conosciamo i Nebrodi
   IL TERRITORIO DEI NEBRODI:
   L'AMBIENTE NATURALISTICO, ANTROPICO,
   STORICO E   CULTURALE
 

Per saperne di più  

 
   
 
  L'architettura medievale    
     
     

Testo di  Anna Barricelli


 

 
I NEBRODI PER IMMAGINI
San Marco d’Alunzio, Fu sede della corte normanna negli anni in cui Adelaide fu reggente.
 
Foto di Chiara Samugheo

 


 
Accanto alle grandi cattedrali di Troina, - prima diocesi normanna - di Mazzara e di Catania, ancora in parte conservate nell’edizione originale, ed al distrutto duomo di Messina, furono costruite, o ricostruite, piccole chiese conventuali basiliane, soprattutto in Valdemone, dove l’ellenismo era più sentito che altrove.

Nella regione dei Nebrodi ne sono superstiti alcune quali San Filippo di Fragalà, che ospitò temporaneamente le spoglie di San Calogero, molto venerato in Sicilia; Sant’Alfio, presso San Fratello ed il S.S. Salvatore a San Marco d’Alunzio.

Queste piccole chiese monastiche basiliane si modellano allo schema edilizio bizantino a pianta centrale, come quello della chiesetta di Castiglione nella valle dell’Alcantara o della cella tricora di Malvagna, ma s’integrano con quello longitudinale latino.

All’incrocio fra navata centrale e transetto, su di un tamburo per lo più quadrato o poligonale, sorge una cupoletta raccordata da trombe d’angolo a rincassi, alveolature o muqarnas, che spesso si associa ad altre sul presbiterio e sul transetto.

A differenza delle consorelle greche e calabresi, questi edifici non hanno cupole rivestite da un tamburo esterno coperto da tetto tegolato ma, salvo rare eccezioni come Santi Alfio e Filadelfio di San Fratello, cupolette estradossate ricordano cubbe e marabutti islamici.

In particolare San Filippo di Fragalà, presso Frazzanò, rivestì una grande importanza come primo centro di rinascita basiliana e bizantina nell’isola, diffusione di cultura teologica e spirituale nella quale si formarono San Cono di Naso, San Luca di Demenna ed i santi Lorenzo di Frazzanò e Silvestro di Troina.

Il suo Scriptorium tramandò opere letterarie, scientifiche e filosofiche in lingua greca, tanto da far guadagnare al cenobio l’attributo di meleteros (studioso).

Alcuni documenti normanni, del Gran Conte Ruggero, della regina Margherita, dello stratego di Centuripe, conservati presso l’Archivio di Stato di Palermo, confermano con donazioni cospicue l’importanza del monastero.

Nel 1105 l’igumeno (abate) Gregorio, nel redigere il suo testamento, ricorda in prima persona oltre alla fondazione di S. Filippo di Fragalà o Demenna, quella dei Santi Filade(fi (Alfio, Cirino e Filadelfio) di San Fratello, di S. Michele Arcangelo (Sant’Angelo di Brolo), di S. Maria di Maniace, San Filadelfio a San Fratello recentemente restaurato.

È ad unica navata, con accenno di transetto, absidiole laterali ed abside centrale e nicchie che si riallacciano a quelle del castello di Caronia. Una cupoletta all’incrocio del transetto con la navata raccordata al tamburo ottagono per mezzo di trombe d’angolo degradanti, come nei precedenti architettonici delle moschee di Susa e di Sfax in Tunisia.

La diaframmazione reiterata per mezzo di arcate fra asse longitudinale e trasversale e la ripetizione modulare dei multipli geometrici dei cubi e delle calotte sferiche, di pura astrazione geometrica, fa di questa chiesetta uno dei monumenti più significativi del messinese.

 
 

     

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