Nella regione dei Nebrodi ne sono superstiti alcune quali San Filippo
di Fragalà, che ospitò temporaneamente le spoglie di San Calogero, molto venerato in
Sicilia; SantAlfio, presso San Fratello ed il S.S. Salvatore a San
Marco dAlunzio.
Queste piccole chiese
monastiche basiliane si modellano allo schema edilizio bizantino a pianta centrale, come
quello della chiesetta di Castiglione nella valle dellAlcantara o della cella
tricora di Malvagna, ma sintegrano con quello longitudinale latino.
Allincrocio fra
navata centrale e transetto, su di un tamburo per lo più quadrato o poligonale, sorge una
cupoletta raccordata da trombe dangolo a rincassi, alveolature o muqarnas, che
spesso si associa ad altre sul presbiterio e sul transetto.
A differenza delle
consorelle greche e calabresi, questi edifici non hanno cupole rivestite da un tamburo
esterno coperto da tetto tegolato ma, salvo rare eccezioni come Santi Alfio e
Filadelfio di San Fratello, cupolette estradossate ricordano cubbe e marabutti
islamici.
In particolare San
Filippo di Fragalà, presso Frazzanò, rivestì una grande importanza come primo
centro di rinascita basiliana e bizantina nellisola, diffusione di cultura teologica
e spirituale nella quale si formarono San Cono di Naso, San Luca di Demenna ed i santi
Lorenzo di Frazzanò e Silvestro di Troina.
Il suo Scriptorium
tramandò opere letterarie, scientifiche e filosofiche in lingua greca, tanto da far
guadagnare al cenobio lattributo di meleteros (studioso).
Alcuni documenti normanni,
del Gran Conte Ruggero, della regina Margherita, dello stratego di Centuripe, conservati
presso lArchivio di Stato di Palermo, confermano con donazioni cospicue
limportanza del monastero.
Nel 1105 ligumeno (abate)
Gregorio, nel redigere il suo testamento, ricorda in prima persona oltre alla fondazione
di S. Filippo di Fragalà o Demenna, quella dei Santi Filade(fi (Alfio,
Cirino e Filadelfio) di San Fratello, di S. Michele Arcangelo (SantAngelo
di Brolo), di S. Maria di Maniace, San Filadelfio a San Fratello recentemente
restaurato.
È ad unica navata, con
accenno di transetto, absidiole laterali ed abside centrale e nicchie che si riallacciano
a quelle del castello di Caronia. Una cupoletta allincrocio del transetto con la
navata raccordata al tamburo ottagono per mezzo di trombe dangolo degradanti, come
nei precedenti architettonici delle moschee di Susa e di Sfax in Tunisia.
La diaframmazione reiterata
per mezzo di arcate fra asse longitudinale e trasversale e la ripetizione modulare dei
multipli geometrici dei cubi e delle calotte sferiche, di pura astrazione geometrica, fa
di questa chiesetta uno dei monumenti più significativi del messinese. |