Gli stuccatori e plasticatori risentono in qualche caso anche dello stile
di Giacomo Serpotta la cui presenza a Messina, accettata o contrastata, ribadita
dallAccascina attraverso i confronti degli stucchi di S. Spirito con quelli
provenienti dalla Chiesa delle Stimmate, ora nella Galleria Regionale della Sicilia a
Palermo, e con gli altri dellOratorio di Santa Cita.
La studiosa trae le giuste
conclusioni nellaffermare "che sarebbero utili le date della decorazione
delle chiese distrutte di Bordonaro (Messina) riccamente ornate di stucchi, e,
soprattutto, sarebbe da indagare sullattività in sede, se vifu, di Gaspare Serpotta
e di quel Vincenzo da Messina, "Va-lentissimo stuccatore", che lavorava a
Partanna prima che vi giungesse Giacomo Serpotta; da indagare anche i rapporti con i
serpottiani, per riconoscere se, nella simiglianza tra gli stucchi della Cappella
dellAnnunciata del castello dei Ventimiglia a Castelbuono e alcuni stucchi dei
palazzi di Catania, vi sia una conferma degli apparenti rapporti".
La chiesa degli Agonizzanti
di Patti, recuperata e studiata, potrebbe costituire la tessera mancante al mosaico di
questo intricato problema.
Altri stucchi più
dichiaratamente serpottiani sono conservati nelle chiese di S. Marco dAlunzio, nella
Chiesa della Badia Grande (SS. Salvatore), ed in S. Teodoro, "Badia
nica". Questi ultimi, secondo quanto riferisce Antonino Meli in un manoscritto
del sec. XVIII, opera di Corrado Od-do, nativo di San Fratello, probabilmente anche
scultore in legno.
I pannelli plastici
rilevati doro, veri fondali di scena per una recita serpottiana, se dello stuccatore
locale, dimostrerebbero quanto progredita ed al passo con i tempi, fosse la civiltà
artistica della regione. |