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Premessa
Il mondo dei Nebrodi
Cenni storici
La scultura dei Nebrodi
L'architettura medievale
L'architettura rinascimentale
  Il territorio: geologia
Il territorio: morfologia
Il territorio: idrografia
Il territorio: vegetazione e flora
Il territorio: fauna

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 Conosciamo i Nebrodi
   IL TERRITORIO DEI NEBRODI:
   L'AMBIENTE NATURALISTICO, ANTROPICO,
   STORICO E   CULTURALE
 

Per saperne di più  

 
   
 
  L'architettura
  rinascimentale
   
     
     

Testo di  Anna Barricelli


 

 
I NEBRODI PER IMMAGINI
San Fratello domina foreste immense ed è centro agricolo di rilievo.
 
Foto di Chiara Samugheo

 



 

Dopo il terremoto del 1693 l’esodo degli stuccatori e degli architetti dalla città determinò un incremento decorativo in tutto il territorio dei Nebrodi, sino a S. Marco d’Alunzio, Frazzanò, Naso. La coppia Gallo-Mangani ebbe l’incarico nel settembre 1674 da Don Giacomo Ruffo, di restaurare e ornare con stucchi la cappella sotto il titolo di S. Maria delle preci nel convento cappuccino di Francavilla.

Gli stuccatori e plasticatori risentono in qualche caso anche dello stile di Giacomo Serpotta la cui presenza a Messina, accettata o contrastata, ribadita dall’Accascina attraverso i confronti degli stucchi di S. Spirito con quelli provenienti dalla Chiesa delle Stimmate, ora nella Galleria Regionale della Sicilia a Palermo, e con gli altri dell’Oratorio di Santa Cita.

La studiosa trae le giuste conclusioni nell’affermare "che sarebbero utili le date della decorazione delle chiese distrutte di Bordonaro (Messina) riccamente ornate di stucchi, e, soprattutto, sarebbe da indagare sull’attività in sede, se vifu, di Gaspare Serpotta e di quel Vincenzo da Messina, "Va-lentissimo stuccatore", che lavorava a Partanna prima che vi giungesse Giacomo Serpotta; da indagare anche i rapporti con i serpottiani, per riconoscere se, nella simiglianza tra gli stucchi della Cappella dell’Annunciata del castello dei Ventimiglia a Castelbuono e alcuni stucchi dei palazzi di Catania, vi sia una conferma degli apparenti rapporti".

La chiesa degli Agonizzanti di Patti, recuperata e studiata, potrebbe costituire la tessera mancante al mosaico di questo intricato problema.

Altri stucchi più dichiaratamente serpottiani sono conservati nelle chiese di S. Marco d’Alunzio, nella Chiesa della Badia Grande (SS. Salvatore), ed in S. Teodoro, "Badia nica". Questi ultimi, secondo quanto riferisce Antonino Meli in un manoscritto del sec. XVIII, opera di Corrado Od-do, nativo di San Fratello, probabilmente anche scultore in legno.

I pannelli plastici rilevati d’oro, veri fondali di scena per una recita serpottiana, se dello stuccatore locale, dimostrerebbero quanto progredita ed al passo con i tempi, fosse la civiltà artistica della regione.

 
 

     

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