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  Il Barocco Siciliano
  Bullet7blu.gif (869 byte) Introduzione
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Esempi rinascimentali
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Le prime avvisaglie del Barocco
   Bullet7blu.gif (869 byte) Dalle rovine alla bellezza assoluta
   Bullet7blu.gif (869 byte) La nuova urbanistica rigeneratrice

  Bullet7blu.gif (869 byte) Gli inizi della nuova stagione
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Il Barocco Siciliano si afferma
  Bullet7blu.gif (869 byte) Trasformazione e caratteristiche
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Barocco e le sue Chiese
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Gattopardo barocco
Bullet7blu.gif (869 byte) Il lento declino della joie de vivre
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La pesante crisi economica
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La malinconia non paga

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    IL BAROCCO SICILIANO

     "affascinante o repellente...questo
   stile è una manifestazione
   caratteristica di esuberanza siciliana,
   e va classificato tra i più
   importanti..." (Anthony Blunt)

    Dalle rovine alla bellezza assoluta

 

Per saperne di più  

   
 
   

 
   
Santa Caterina, Palermo. Facciata su Piazza Bellini

 

Bernhard J. Scheuvens - Aprile 2007
 

 
 
 

da Wikimedia Commons

 
Il terremoto del 1693 uccise e soprattutto distrusse. Si calcola che i morti fossero per un totale di più di 100.000 persone. Essendo l’epicentro nel Val di Noto, Catania fu seriamente danneggiata, ma, innanzitutto, la città di Noto fu completamente rasa al suolo. Tra le altre subirono danni gravi Ragusa, Modica, Scicli, e Ispica. Totalmente furono interessate dal terremoto ben cinquantaquattro città e paesi e 300 villaggi.
Quasi subito i siciliani iniziarono la ricostruzione.

In Sicilia, pur essendo parte del dominio della monarchia spagnola, due erano i poteri reali presenti e operanti: l’Aristocrazia e la Chiesa.
Nata nel 1071 con l’arrivo dei Normanni in Sicilia, che, per amministrare il potere sul popolo, crearono il sistema feudale, l'aristocrazia siciliana aveva enormi ricchezze e una vasta manodopera subordinata. Alla data del sisma la Sicilia era governata, non solo dal Duca di Camastra, che gli Spagnoli avevano nominato viceré, ma direttamente dalla sua aristocrazia autoctona. Nel Settecento fu quantificato che erano presenti in Sicilia 228 famiglie nobiliari, che davano alla Sicilia una classe di governo quantificabile in 58 principi, 27 duchi, 37 marchesi, 26 conti, 1 visconte e 79
baroni, più i rampolli cadetti delle famiglie con i loro titoli cortesi di nobile e barone.
Queste famiglie nobiliari, per non dividere il patrimonio, usavano spingere i cadetti maschi e femmine verso i voti monastici nei monasteri e nei conventi. Era uso, per favorire questo, pagare una consistente tassa (o dote), alla Chiesa siciliana, sottoforma di proprietà, gioielli o denaro. A questa tradizione andava assommata l’opera stessa della Chiesa, che operando, anche, sulla paura della dannazione dopo la morte e sulla presenza dell’Inquisizione (che a volte non si fermava anche davanti alla nobiltà), riceveva dalle classi superiori e da quelle inferiori generose donazioni in tutte le principali ricorrenze dei santi e delle festività sacre.

Il compito della ricostruzione dopo il terremoto fu affrontato costruendo in stile “moderno”, cioè in stile barocco. I primi edifici costruiti erano così convincenti che ne scaturì una corsa al nuovo stile. La cosa non riguardò solo la zona terremotata, ma la Sicilia intera. Poiché il vicerè soggiornava sei mesi a Palermo e sei mesi a Catania, insieme a tutta la corte, moltissimi aristocratici si fecero edificare nuove abitazioni. Il soggiorno estivo in campagna, fece ristrutturare le facciate delle vecchie abitazioni e costruirne di nuove. Divenuto lo stile barocco uno status symbol per la nobiltà, la frenesia verso il nuovo stile fu generale, interessando anche chiese e monasteri, potendo le autorità ecclesiastiche siciliane disporre di quelle ricchezze a cui abbiamo fatto cenno. Man mano che lo stile si diffondeva, come una vera e propria epidemia, furono interessati dalla nuova moda anche edifici di tutt’altra epoca. Ad esempio, la chiesa di Santa Caterina a Palermo, iniziata nel 1566, fu riarredata internamente con marmi colorati in stile Barocco.
Alla metà del XVIII secolo si ebbe l’apice delle ricostruzioni nello sfarzo barocco.
Naturalmente le classi povere ricostruirono le proprie piccole abitazioni secondo la vecchia usanza.
 
 

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