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Il Rinascimento in Sicilia

Il Rinascimento in Sicilia?
Il Quattrocento siciliano
La grande scultura siciliana
Il Cinquecento siciliano
Ultimi fuochi di
Rinascimento

Antonello da Messina
Domenico e Antonello Gagini
La Pietà di Giorgio da Milano
Francesco Laurana
Giovanni Angelo Montorsoli
Altri artisti rinascimentali
Natale Masuccio

Video su Antonello e sui Gagini
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IL RINASCIMENTO IN SICILIA

        Anche se della stagione
    rinascimentale in Sicilia oggi ne
    rimane poco, sia per i terremoti che
    per l’eccessivo sminuzzamento,
    ciò che abbiamo “grida” la bellezza
    stilistica e culturale di questo grande
    periodo storico siciliano, molto
    spesso sottovalutato.

   

    Il Quattrocento siciliano

   
     
     

 

 

Annunciata di Palermo di Antonello da Messina (1475)

 

Foto da Wikimedia Commons

 






 

A partire dal decennio che va dal 1460 al 1470, inizia l’avventura rinascimentale siciliana, grazie alla presenza e all’opera di tre grandi artisti, quali Antonello da Messina, Francesco Laurana e Domenico Gagini.
L’inizio del Quattrocento siciliano presenta forti influenze
franco-provenzali e pisano-senesi. Manifesto del periodo si può considerare l'affresco del Trionfo della Morte in stile tardo-gotico. Tra gli artisti figurativi del periodo, che operarono in Sicilia, si possono citare Gaspare da Pesaro ed il figlio Guglielmo Pesaro.
Lostile architettonico del periodo è il tardo-gotico, con forti influenze normanne.

Le maggiori città isolane erano,
nel XV secolo, Palermo e Messina, che registravano un imponente sviluppo demografico e commerciale. Al centro di esso vi erano i porti, con la presenza di commercianti pisani, veneziani, lombardi e genovesi. Alla nobiltà si affiancava una folta classe di mercanti e funzionari. Erano presenti forti produzioni locali, come quella di stoffe e preziose sete. La diffusa ricchezza si ripercuoteva in una produzione edilizia di palazzi e cappelle gentilizie, di grande valore artistico. Perciò, furono richiamati numerosi artisti dalla penisola e grande influsso ebbe l'ambiente artistico napoletano (regnava allora Alfonso II). L’arte anche in Sicilia stava cambiando.

Antonello da Messina
L’artista di maggiore spicco nell’ambito del Quattrocento siciliano è, senz’altro, Antonello da Messina. Egli viaggiò molto, venendo a contatto con la nuova e contemporanea arte rinascimentale. La sua formazione artistica è il prodotto dei suoi viaggi a Napoli, Venezia e le Fiandre. La caratteristica diffusione delle idee e innovazioni del periodo, lo portò a specializzarsi soprattutto sui ritratti e sulla figura umana, in genere.
Dopo aver realizzato opere per una committenza privata, nel 1476, fece ritorno in Sicilia, dove aprì una rinomata bottega d’arte, con diversi allievi, che iniziò a diffondere nell’isola il nuovo gusto e le nuove tecniche. La copiosa produzione della bottega si diffuse sia in Sicilia che in Calabria, anche se molte opere mancano di una precisa attribuzione tra gli allievi. Il più talentuoso tra i suoi seguaci fu Salvo di Antonio, che viaggiò in Italia, soggiornando soprattutto a Venezia e quindi, fu molto caratterizzato dal rinascimento veneziano.Tra i suoi numerosi seguaci vi furono parenti e apprendisti vari. Tra i primi, annotiamo il figlio Iacobello e i nipoti Antonio di Saliba, Pietro di Saliba e Salvo d’Antonio. Tra gli altri allievi, vanno citati Alessandro Padovano, Giovanni Maria Trevisano, Giovannello da Itala, Marco Costanzo, Antonino Giuffré, Alfonso Franco, Francesco Pagano, tutti legati alla scuola antonelliana.
Nel Quattrocento palermitano si distinse, invece, il pittore Riccardo Quartaro, di formazione napoletana, che se non eccelse mai come artista, nella sua bottega presero le mosse numerosi artisti “professionisti”, la cui opera dilagò, soprattutto, nella Sicilia occidentale.

L’architettura
L’architetto più importante del Quattrocento isolano fu Matteo Carnilivari. Il suo linguaggio espressivo, però, fu caratterizzato dallo stile classico rinascimentale, frammisto a riferimenti gotici e aragonesi. Più che spronare al cambiamento, il suo stile (molto ammirato),ritardò la diffusione delle nuove tendenze. Tra le sue maggiori realizzazioni vi fu la Chiesa di Santa Maria della Catena a Palermo.
Alla fine del XV in Sicilia, secolo solo poche, nel campo dell’architettura, furono le costruzioni attraversate dal nuovo linguaggio. Tra esse: la cappella Ventimiglia nella chiesa di San Francesco a Castelbuono.

 
 

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