Domenico
Gaggini nasce a Bissone nel canton Ticino, in Svizzera. E’ uno
scultore di grandi capacità, che ha collocato il suo nome tra quelli
degli sculturi rinascimentali. Trasferitosi a Palermo, legherà
all’isola la sua vita. E non solo. Diede origine alla bottega
artistica siciliana più importante del periodo, dove lavoreranno i
figli ed i nipoti, dando origine ad una “dinastia” artistica tra le
più conosciute. Vi lavoreranno i figli Giovanni e Antonello Gagini,
ed i nipoti Fazio, Giacomo e Vincenzo Gagini. Numerosi furono anche
gli artisti siciliani che vi si formarono.
Educatosi in
Lombardia, si caratterizzò nella sua arte di suggestioni
gotico-lombarde.
Il Vasari, ma anche il Filarete, riportano la sua vicinanza, come
allievo, del Brunelleschi. Dal 1444 al 1446 soggiornò a Firenze,
confrontandosi con realizzazioni di Donatello, ma soprattutto di
Lorenzo Ghiberti. Probabilmente lavorò nei coevi cantieri di
Santo Spirito e di San Lorenzo a Firenze. Nel 1448, gli fu
commissionata la realizzazione della prima cappella del
Battista della
cattedrale di San Lorenzo a Genova. Verso il 1457 si trasferisce
a Napoli, dove entra a far parte del gruppo, formato da Francesco
Laurana (altro scultore), per la realizzazione delle
sculture in Castel
Nuovo dell'Arco di Alfonso V d'Aragona (1457-1458), ritenuto
opera d’apertura della fase rinascimentale nel mezzogiorno italiano.
In questo progetto gli sono attribuite: la
statua della Temperanza,
la porta d'ingresso
alla sala dei Baroni e la
Madonna della Cappella di Santa Barbara.
Nel 1459,
ormai molto conosciuto per l’Arco trionfale del Castel Nuovo,
Domenico Gagini si sposta a Palermo, dove lavorerà per il resto
della vita, con i figli ed i nipoti. La sua opera aiuterà la
diffusione del nuovo linguaggio rinascimentale (classicista)
nell’Isola.
Tra le molte opere da lui realizzate in Sicilia,
possiamo ricordare due
statue della Madonna col Bambino, una
a Castelvetrano
nella chiesa dell'ex convento di San Domenico, e l’altra, unitamente
al sarcofago di San
Giuliano, per la chiesa madre di Salemi (del 1480).
Prima di queste, il Gagini aveva realizzato già un’altra "Madonna
col Bambino" per l'ospedale della SS. Annunziata di Napoli.
Diverse sculture compongono
il gruppo del
Genio di Palazzo Pretorio.
Palermo, contenute nello stesso. Altre composizioni si
possono ammirare in diversi musei, come la
Natività
presso la National Gallery of Art a Washington, mentre presso il
museo di Palazzo Abatellis a Palermo, sono conservati dei
Capitelli
appartenenti alla chiesa della Santissima
Annunziata di
Napoli, purtroppo non più esistente.
Antonello Gagini
Antonello, figlio di Domenico Gagini, nacque e morì a Palermo. Operò,
soprattutto, a
Genova, in Sicilia e in Calabria. Antonello ereditò l’avviata
bottega dal padre, ma gli diede un organizzazione molto più
imprenditoriale. Non solo assorbì la concorrenza (assunse gli
scultori lombardi Andrea Mancino e i Berrettaro), e formò i
suoi figli al mestiere, ma ingrandì l’azienda aprendo una seconda
bottega nella stessa Palermo. La prima, situata presso il Duomo, era
il vero locale di lavorazione, l’altra, al porto, esponeva pezzi
finiti, pronti per la vendita e per l’esportazione in tutta la
Sicilia e Calabria, ed anche più. La sua attività si ampliò
anche al campo dell’architettura. Già il padre, che era stato
allievo di Brunelleschi (lo conferma il Filarete), lo aveva avviato
alla nuova professione, ma egli continuò “gli studi”, viaggiando
molto, soprattutto in Toscana, e leggendo molto
(il trattato di
Vitruvio). Ebbe modo, così, di apprezzare le opere di Francesco di
Giorgio Martini.
Antonello Gagini affrontò il monumentale
lavoro della Tribuna della Cattedrale di Palermo, nel 1509, di cui
abbiamo già parlato (venne smontata nel 1797). Di questa ne
rimangono le statue, sempre all’interno del Duomo (ben 45 più
i bassorilievi).
E’ stato realizzato, inoltre, nel 2000, dal professore
Rizzuti presso la sua Cattedra di Scultura all'Accademia di Belle
Arti di Palermo, un modellino, scala 1:10, della Tribuna. Il modello
è attualmente
esposto nel Museo Diocesano di Palermo. Antonello realizzò anche la
Tribuna di Santa Cita. Sempre a Palermo, sono di sua
composizione e costruzione la
la Chiesa di Santa
Maria di Porto Salvo e la Cappella
dei Genovesi
(dedicata a San Giorgio) annessa alla chiesa di S. Francesco
d'Assisi dove
all'esterno rimangono una preziosa porta e delle finestre marmoree.
Presso il museo di Palazzo Abatellis a Palermo, si possono trovare
alcune delle sue sculture.
L’elenco delle sue opere in
Sicilia e Calabria è davvero considerevole. Tra città e chiese di
paese, Antonello Gagini, in una pioggia di capolavori, ha
impreziosito e valorizzato l’intero meridione. A Nicosia, in
provincia di Enna, ad esempio, nella Basilica di Santa Maria
Maggiore, realizzò la Tribuna, raffigurante scene di Santi e Vita
della Vergine Maria (in marmo e oro zecchino) ed il trittico
marmoreo del Redentore(del 1510). Solo l’opera di Nicosia è’ un
lavoro molto vasto e di per sé unico. Di lui vi sono opere
ovunque. Solo per citare alcuni dei paesi siciliani
che ospitano una
sua creazione: a Sambuca di Sicilia (AG), a Sciacca (AG), a Buccheri
(SR), a Capizzi (Me), a Ciminna (PA), a Burgio(Ag), a Santa Lucia
del Mela (ME), a Roccella Valdemone (ME), a Pettineo (ME), a San
Fratello (ME), a Modica (RG), a Vizzini (CT), a Trecastagni (CT), a
Linguaglossa (CT), a Caltagirone (CT) e a Piazza Armerina (EN).
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