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Il Rinascimento in Sicilia

Il Rinascimento in Sicilia?
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Video su Antonello e sui Gagini
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IL RINASCIMENTO IN SICILIA

        Anche se della stagione
    rinascimentale in Sicilia oggi ne
    rimane poco, sia per i terremoti che
    per l’eccessivo sminuzzamento,
    ciò che abbiamo “grida” la bellezza
    stilistica e culturale di questo grande
    periodo storico siciliano, molto
    spesso sottovalutato.

   

    Domenico e Antonello Gagini

   
     
     

 

 

Sculture dei Gagini nella chiesa di Sant'Oliva a Trapani

 







 Domenico Gaggini nasce a Bissone nel canton Ticino, in Svizzera. E’ uno scultore di grandi capacità, che ha collocato il suo nome tra quelli degli sculturi rinascimentali. Trasferitosi a Palermo, legherà all’isola la sua vita. E non solo. Diede origine alla bottega artistica siciliana più importante del periodo, dove lavoreranno i figli ed i nipoti, dando origine ad una “dinastia” artistica tra le più conosciute. Vi lavoreranno i figli Giovanni e Antonello Gagini, ed i nipoti Fazio, Giacomo e Vincenzo Gagini. Numerosi furono anche gli artisti siciliani che vi si formarono.

Educatosi in Lombardia, si caratterizzò nella sua arte di suggestioni
gotico-lombarde. Il Vasari, ma anche il Filarete, riportano la sua vicinanza, come allievo, del Brunelleschi. Dal 1444 al 1446 soggiornò a Firenze, confrontandosi con realizzazioni di Donatello, ma soprattutto di Lorenzo Ghiberti. Probabilmente lavorò nei coevi cantieri di Santo Spirito e di San Lorenzo a Firenze. Nel 1448, gli fu commissionata la realizzazione della prima cappella del Battista della cattedrale di San Lorenzo a Genova.
Verso il 1457 si trasferisce a Napoli, dove entra a far parte del gruppo, formato da Francesco Laurana (altro scultore), per la realizzazione delle sculture in Castel Nuovo dell'Arco di Alfonso V d'Aragona (1457-1458), ritenuto opera d’apertura della fase rinascimentale nel mezzogiorno italiano. In questo progetto gli sono attribuite: la statua della Temperanza, la porta d'ingresso alla sala dei Baroni e la Madonna della Cappella di Santa Barbara.

Nel 1459, ormai molto conosciuto per l’Arco trionfale del Castel Nuovo, Domenico Gagini si sposta a Palermo, dove lavorerà per il resto della vita, con i figli ed i nipoti.
La sua opera aiuterà la diffusione del nuovo linguaggio rinascimentale (classicista) nell’Isola.

Tra le molte opere da lui realizzate in Sicilia, possiamo ricordare due statue della Madonna col Bambino, una a Castelvetrano nella chiesa dell'ex convento di San Domenico, e l’altra, unitamente al sarcofago di San Giuliano, per la chiesa madre di Salemi (del 1480). Prima di queste, il Gagini aveva realizzato già un’altra "Madonna col Bambino" per l'ospedale della SS. Annunziata di Napoli. Diverse sculture compongono il gruppo del Genio di Palazzo Pretorio. Palermo, contenute nello stesso.
Altre composizioni si possono ammirare in diversi musei, come la Natività presso la National Gallery of Art a Washington, mentre presso il museo di Palazzo Abatellis a Palermo, sono conservati dei Capitelli appartenenti alla chiesa della Santissima Annunziata di Napoli, purtroppo non più esistente.

Antonello Gagini
Antonello, figlio di Domenico Gagini, nacque e morì a Palermo. Operò, soprattutto, a Genova, in Sicilia e in Calabria.
Antonello ereditò l’avviata bottega dal padre, ma gli diede un organizzazione molto più imprenditoriale. Non solo assorbì la concorrenza (assunse gli scultori lombardi Andrea Mancino e i
Berrettaro), e formò i suoi figli al mestiere, ma ingrandì l’azienda aprendo una seconda bottega nella stessa Palermo. La prima, situata presso il Duomo, era il vero locale di lavorazione, l’altra, al porto, esponeva pezzi finiti, pronti per la vendita e per l’esportazione in tutta la Sicilia e Calabria, ed anche più.
La sua attività si ampliò anche al campo dell’architettura. Già il padre, che era stato allievo di Brunelleschi (lo conferma il Filarete), lo aveva avviato alla nuova professione, ma egli continuò “gli studi”, viaggiando molto, soprattutto in Toscana, e leggendo molto (il trattato di Vitruvio). Ebbe modo, così, di apprezzare le opere di Francesco di Giorgio Martini.

Antonello Gagini affrontò il monumentale lavoro della Tribuna della Cattedrale di Palermo, nel 1509, di cui abbiamo già parlato (venne smontata nel 1797). Di questa ne rimangono le statue, sempre all’interno del Duomo (ben
45 più i bassorilievi). E’ stato realizzato, inoltre, nel 2000, dal professore Rizzuti presso la sua Cattedra di Scultura all'Accademia di Belle Arti di Palermo, un modellino, scala 1:10, della Tribuna. Il modello è attualmente esposto nel Museo Diocesano di Palermo. Antonello realizzò anche la Tribuna di Santa Cita.
Sempre a Palermo, sono di sua composizione e costruzione la la Chiesa di Santa Maria di Porto Salvo e la Cappella dei Genovesi (dedicata a San Giorgio) annessa alla chiesa di S. Francesco d'Assisi  dove all'esterno rimangono una preziosa porta e delle finestre marmoree.
Presso il museo di Palazzo Abatellis a Palermo, si possono trovare
alcune delle sue sculture.

L’elenco delle sue opere in Sicilia e Calabria è davvero considerevole. Tra città e chiese di paese, Antonello Gagini, in una pioggia di capolavori, ha impreziosito e valorizzato l’intero meridione. A Nicosia, in provincia di Enna, ad esempio, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, realizzò la Tribuna, raffigurante scene di Santi e Vita della Vergine Maria (in marmo e oro zecchino) ed il trittico marmoreo del Redentore(del 1510). Solo l’opera di Nicosia è’ un lavoro molto vasto e di per sé unico.
Di lui vi sono opere ovunque. Solo per citare alcuni dei paesi siciliani che ospitano una sua creazione: a Sambuca di Sicilia (AG), a Sciacca (AG), a Buccheri (SR), a Capizzi (Me), a Ciminna (PA), a Burgio(Ag), a Santa Lucia del Mela (ME), a Roccella Valdemone (ME), a Pettineo (ME), a San Fratello (ME), a Modica (RG), a Vizzini (CT), a Trecastagni (CT), a Linguaglossa (CT), a Caltagirone (CT) e a Piazza Armerina (EN).

 
 

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