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Il Rinascimento in Sicilia

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IL RINASCIMENTO IN SICILIA

        Anche se della stagione
    rinascimentale in Sicilia oggi ne
    rimane poco, sia per i terremoti che
    per l’eccessivo sminuzzamento,
    ciò che abbiamo “grida” la bellezza
    stilistica e culturale di questo grande
    periodo storico siciliano, molto
    spesso sottovalutato.

   

    Franvesco Laurana

   
     
     

 

 

Busto femminile di Francesco Laurana

 


 






 

Anche l’opera di Francesco Laurana copre un ventaglio di luoghi e territori molto vasto, da Napoli alla Sicilia, ma anche in Francia e di più. Il suo genio di scultore e architetto ebbe parte nella diffusione dell'estetica rinascimentale.
Nacque a Vrana (chiamata anche Aurana o Laurana) da cui prese il nome, ma veniva appellato similmente Francesco "da Zara" o "Atzara", essendo il paese di nascita vicino alla città di Zara. La Dalmazia faceva allora parte dei domini della Repubblica di Venezia, ma possedeva una propria cultura autonoma, data la romanità passata. Tuttavia, sono scarse le informazioni relative al primo periodo formativo, e, quindi, delle possibili influenze ricevute. Si suppone che in età giovanile abbia fatto parte del cantiere del Tempio Malatestiano, lavorando, come scultore itinerante, insieme ad Agostino di Duccio.

Le prime informazioni lo colgono, nel 1453, a Napoli, nel gruppo realizzativo dell'arco trionfale del Castel Nuovo. Il fatto che vi facesse parte, data l’importanza del cantiere e dati i partecipanti (tra gli altri, Pere Johan, Paolo Romano e Pietro di Martino da Milano) lo caratterizza come scultore ormai formato ed abbastanza conosciuto. Probabilmente la sua fama fu acquisita già in Dalmazia. Infatti la regione rappresentava l’importante sbocco al mare del Regno ungherese. Ora, essendo il progetto napoletano voluto da Alfonso V d'Aragona, che era imparentato con gli angioini del Regno d'Ungheria, è facile pensare che furono richiesti importanti degli artisti della zona. Tra le opere dell’Arco di Trionfo, viene a lui attribuito il rilievo dell'Ingresso trionfale di Alfonso a Napoli, posizionato sul fregio del primo attico.
Il Laurana lavorò a Napoli dal 1453 al 1458. Morto Alfonso V, venne chiamato alla corte angioina francese di re Renato d'Angiò. In Francia soggiornò e lavorò tra il 1461 e il 1466.

Le fonti sull’arrivo del Laurana in Sicilia sono molto controverse. Sembra che, su invito del conte Carlo De Luna d'Aragona, lo scultore dalla Francia si trasferì a Sciacca (in provincia di Agrigento). Qui aprì una bottega artistica, in società con lo scultore lombardo Pietro de Bonitate. Tra difficoltà e insulti, la residenza si dimostrò impossibile, costringendolo a cambiare località. Alcune notizie lo vogliono a Sciacca una seconda volta, dopo un breve periodo di nuovo in Francia. L’ipotesi non trova, però, piena conferma.
Nel 1468, comunque, aprì una nuova bottega, ma stavolta a Palermo, sempre unitamente all’amico Pietro de Bonitate. Qui, ricevette l’incarico di occuparsi della cappella Mastrantonio nella chiesa di San Francesco d'Assisi. Il suo arco d'ingresso è considerato da molti uno dei primi esempi di applicazione dello stile rinascimentale in Sicilia, sia per quanto riguarda la scultura che per l’architettura.
A Palermo lavora molto, tanto da avere bisogno di aiuti. La vita di bottega lo porta a realizzare più commesse di “Madonne col Bambino”. Nel capoluogo ve ne sono due: una nella Cattedrale di Palermo, e l’altra nella chiesa di Santa Maria della Neve, sempre in città. Altre trasposizioni sono collocate nella chiesa del Crocifisso a Noto e nella chiesa dell'Immacolata di Palazzolo Acreide. Una quinta versione è conservata nel Museo Regionale di Messina.
Tuttavia, l’importanza
del Laurana è legata, soprattutto, agli innumerevoli busti femminili, in cui esso si specializzò. Questi sono così caratterizzati dalla purezza e levigatezza da essere paragonati alle composizioni di Piero della Francesca ed Antonello da Messina. La sintesi del Laurana nei suoi busti ha una suggestione ed una bellezza di modernità e di astrazione. Lo si nota nel ritratto femminile di  Eleonora d'Aragona (1468), esposto nel Palazzo Abatellis di Palermo. La sua è una vera e propria idealizzazione delle forme. Sempre nello stesso museo sono collocate la piccola Testa di gentildonna e il Busto di giovanetto.
I suoi ritratti femminili hanno raggiunto il Louvre, il Museo del Bargello di Firenze, la Frick Collection di New York, il Staatliche Museen di Berlino e il Kunsthistorisches Museum di Vienna,

Dopo un breve periodo in cui Francesco Laurana soggiornò di nuovo a Napoli, dal 1471 al 1477 (sua è la Vergine della Cappella di Santa Barbara), tornò in Francia, dove morì, in Provenza, nel 1502. Anche nell’ultima parte della sua vita realizzò parecchie opere molto significative. Come esempio: l’altare della cappella di San Lazzaro nel Duomo Vecchio di Marsiglia e il Retablo della salita al Calvario per la chiesa di Saint-Didier di Avignone.

 
 

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