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Il Rinascimento in Sicilia

Il Rinascimento in Sicilia?
Il Quattrocento siciliano
La grande scultura siciliana
Il Cinquecento siciliano
Ultimi fuochi di
Rinascimento

Antonello da Messina
Domenico e Antonello Gagini
La Pietà di Giorgio da Milano
Francesco Laurana
Giovanni Angelo Montorsoli
Altri artisti rinascimentali
Natale Masuccio

Video su Antonello e sui Gagini
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IL RINASCIMENTO IN SICILIA

        Anche se della stagione
    rinascimentale in Sicilia oggi ne
    rimane poco, sia per i terremoti che
    per l’eccessivo sminuzzamento,
    ciò che abbiamo “grida” la bellezza
    stilistica e culturale di questo grande
    periodo storico siciliano, molto
    spesso sottovalutato.

   

    La grande scultura siciliana

   
     
     

 

 

Ritratto di Eleonora d'Aragona di Francesco Laurana

 

Maxnashville  - aprile 2010
Foto da Wikimedia Commons

 






 

Nel settore della scultura del primo rinascimento in Sicilia fu attivo, invece, Francesco Laurana, che aprì un laboratorio artistico a Palermo, nel 1466. A lui si rifecero scultori siciliani come Domenico Pellegrino, Pietro de Bonitate e Iacopo de Benedetto. L’evidente prova della loro capacità si trova non in Sicilia, ma ad Assisi. Nella chiesa di San Francesco si trova la cappella Mastrantonio, realizzata proprio da Francesco Laurana e Pietro da Bonitate (già citato). Entrambi avevano già collaborato  nella realizzazione dell'Arco trionfale del Castel Nuovo a Napoli.

Sempre nella chiesa di San Francesco d'Assisi si può ammirare
la tomba di Antonello Speciale, attribuita da alcuni al Laurana, da altri a Domenico Gagini, altro grande maestro, che, come vedremo, successivamente, nella sua carriera si trasferì in Sicilia. Nel 1463, infatti, il Gagini, che aveva lavorato anch’esso a Napoli (alcuni sostengono che sia stato allievo addirittura del Brunelleschi), si trasferì a Palermo, dando vita ad una bottega, da cui originò una rinomata famiglia di scultori e pittori. La “famiglia” fu importantissima per la diffusione del gusto rinascimentale nell'isola.

Oltre a personalità come il Gagini o il Laurana, si insediarono in Sicilia, maestri marmorari lombardi e toscani (da Carrara), che operarono nelle diffuse realizzazioni di altari, portali, finestre e colonne, fondendo la scultura architettonica rinascimentale co lo stile tardogotico, che permaneva in Sicilia. Grazie a loro, si aprirono numerose botteghe d’arte, soprattutto a Palermo e Messina. Tra i marmorari lombardi si pose in evidenza Gabriele di Battista.

A Messina
Nella città dello Stretto, con le ricchezze provenienti dall’avviatissimo porto commerciale, architetture e sculture ad esse collegate, si aprirono numerose botteghe artigiane. Tra gli scultori che lavorarono a Messina, citiamo: Giorgio da Milano, Andrea Mancino, Bernardino Nobile e il toscano Giovan Battista Mazzolo. Tta gli scultori locali vi fu il messinese Antonio Freri, mentre, dal 1498 al 1507, lavorò a Messina anche Antonello Gagini, figlio di Domenico. Pur nella permanenza dei riferimenti medievali, l’opera dei marmorari lombardi e toscani portò l’aria nuova del classicismo rinascimentale. Il grande lavoro sviluppato nel corso del XV secolo, è stato in gran parte cancellato dai terremoti che si susseguirono. Alcune vestigia del periodo, però,  sono rimaste all’ammirazione del pubblico, vero tesoro dell’arte cinquecentesca nell’area.

Tra le rarità ancora presenti nella zona: i portali cinquecenteschi della chiesa madre di Santa Lucia del Mela (risalenti alla fine del XV secolo), che viene attribuito a Gabriele di Battista, ed il portale laterale presente nella chiesa madre di Mistretta, (del 1494), attribuito a Giorgio da Milano.

 
 

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