Se l’allineamento con i
principali centri artistici italiani non fu molto in sincrono con
essi, rallentato dalle tradizioni preesistenti nell’Isola, nella
seconda metà del Cinquecento la Sicilia è perfettamente cosciente
della cultura artistica manierista e classicista. Nel periodo e
seguenti, il rapporto si stringe soprattutto con gli ambienti
culturali romani, come riferimento artistico e culturale. Tuttavia,
nel XVII secolo, gli operatori saranno per lo più d’origine
siciliana, magari con una formazione romana.
A Messina, nella
seconda metà del XVI secolo, i due artisti maggiori presenti in
città, gli scultori Giovanni Angelo Montorsoli e Andrea Calamech,
realizzano, oltre a statue e fontane, anche opere
architettoniche,
come il Palazzo Reale e l'Ospedale Maggiore realizzato da
Calamech. Ambedue i capolavori andarono distrutti nel terribile
terremoto (come l’intera città) del 1908. Nello stesso periodo
troviamo attivo l’architetto siciliano
Natale Masuccio,
che realizzò in città il Monte di Pietà, in gran parte giunto sino a
noi. Altro siciliano, abbastanza conosciuto, fu Jacopo Del Duca.
Questi lavorò molto a Roma, prima con Michelangelo (come allievo) e
dopo, portando a termine progetti del grande artista fiorentino.
Tornato a Messina,
nel 1588, fu nominato architetto della città, incarico ricoperto
prima dal Calamech.
Anche le sue realizzazioni furono cancellate dal terremoto.
Tuttavia, la sua influenza artistica in Sicilia fu tale da entrare
nelle successive creazioni dell’arte isolana.
La pittura,
come l’architettura, nella seconda parte del XVI secolo, pur
presentando una grande attualità in tema di stili pittorici, non
lo è a livello dei
pittori. Tra questi si possono citare Antonio Catalano, Giuseppe
Spatafora, Antonio Ferraro, Giuseppe d’Alvino, che, tuttavia, non
realizzano opere particolari. Diversi, invece, sono gli artisti “di
passaggio” per la Sicilia. La percorrono Juan de Matta (spagnolo),
Simone de Wobreck (fiammingo, che lavorò in Sicilia dal 1557 al
1587) e Orazio Borgianni (romano), che si diresse, poi, in Spagna.
|