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Musei di archeologia in Sicilia

L'ARCHEOLOGIA
L'archeologia ed il suo mestiere
I primordi dell'archeologia
Nascita della prima archeologia
Si sviluppa l'archeologia moderna

ARCHEOLOGI
Paolo Orsi, archeologo
Salinas ed Agati
MUSEI ARCHEOLOGICI SICILIANI
 Il museo archeologico di Siracusa
  Il museo archeologico di Palermo
 Il museo archeologico di Enna
 Il museo archeologico Eoliano
  Altri musei archeologici


Video sull'archeologia in Sicilia
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USEI DI ARCHEOLOGIA

      Archeologi bravi e scrupolosi hanno
    riportato alla luce il passato storico
    della Sicilia. Nei musei archeologici,
    oggi, sono esposti i gioielli della
    regione. E la loro bellezza incanta
    ancora dopo secoli.

   

   Il museo archeologico di
   Palermo

     
     

 

 
 

Museo archeologico Antonio Salinas di Palermo

 

Bjs - agosto 2004
Foto da Wikimedia Commons

 




 Nel complesso monumentale dell'Olivella di Palermo è situato il museo archeologico cittadino, già dedicato al famoso archeologo Antonino Salinas, che operò in Sicilia nell’Ottocento (era anche un importante numismatico). La sede del museo era, in passato, utilizzata come Casa dei Padri facenti parte della Congregazione di San Filippo Neri.

Nel complesso architettonico dell'Olivella, oltre al museo, sono posizionati anche la chiesa di San Ignazio e il vicino Oratorio di San Filippo Neri. Il complesso religioso fu progettato dall'architetto Antonio Muttone, nel XVI secolo, ma fu portato a termine solo nel XVII secolo.
Con la legge del 1866, che sopprimeva gli ordini religiosi, l’intero complesso divenne proprietà statale. La Casa dei Padri della Congregazione di San Filippo Neri, fu destinata al museo nazionale di Palermo. La struttura non essendo nata per ospitarlo, da allora ha sempre denunciato la sua non congenialità a museo. Nel corso dei decenni essa, quindi, è stata più volte ampliata, modificata e ristrutturata. L’ultimo intervento è del 2009. L’edificio religioso originale, in pratica non esiste più.

Durante la seconda guerra mondiale, il direttore, Jole Bovio Marconi, per preservare i reperti del museo dai bombardamenti alleati, spostò la maggior parte del materiale nel convento di San Martino delle Scale. In effetti, l’edificio fu pesantemente danneggiato dalle bombe. Terminata la guerra, fu realizzato un progetto di recupero della sede, realizzato dall'architetto Guglielmo De Angelis D'Ossat. Al termine di esso, le opere d’arte tornarono al loro posto.

Il Museo Archeologico Regionale "Antonio Salinas" di Palermo è uno dei più significativi musei archeologici d’Italia. Le sue sale espositive ospitano reperti dall’epoca punica a quella romana. In particolare, all’ingresso del museo sono esposti ritrovamenti di archeologia subacquea. Dai relitti affondati con il loro carico, si sono salvati esempi di ancore di pietra, lucerne, anfore, ceppi di piombo ed iscrizioni varie.
Essendo l’antica Palermo (Panormo) una città fondata e diretta dai cartaginesi (in genere, tutta l’area occidentale della Sicilia), moltissimo è il materiale d’origine punica. Per questo motivo, il museo presenta un’ampia sezione fenicio-punica. Di questa fanno parte due sarcofagi antropomorfi datati del V secolo a.C., trovati nella necropoli di Pizzo Cannita a Misilmeri. Vi sono esposte rare statuette di divinità fenicie e stele votive, rinvenute a Mozia e Lilibeo. Inoltre, vi sono dei vasi in vetro ed una serie di preziose edicole dipinte, d’origine sempre punica.
In una zona del museo, in particolare, sono concentrati reperti provenienti dalla polis di Selinunte. Sono particolari scultorei estrapolati dai templi (C ed E) e dal santuario di Zeus Meilichios. Tra questi, un frontone con Gorgone, metope mitologiche, sculture e la Tavola Selinuntina, inneggiante alla grandezza della città.
Un altra specifica zona è dedicata ad Himera. Tra i pezzi più rilevanti, la sima laterale ricomposta dell'Athenaion, dedicato alla dea Atena. Dal tempio provengono i gocciolatoi a forma di testa leonina. Completano questa parte espositiva manufatti e sculture ritrovate negli scavi effettuati a Solunto, Agrigento, Megara Hyblaea, Tindari e Camarina.

Non mancano, naturalmente, resti della cultura romana in Sicilia. Oltre a bellissimi mosaici ricomposti, provenienti dalle ville romane di Piazza Vittoria a Palermo, diverse statue. Tra queste si segnalano delle copie romane molto belle  da originali greci, quali l'Eracle che abbatte la cerva (originale di Lisippo), ed una statua marmorea del Satiro versante (originale  di Prassitele).
Un accenno particolare merita l’Ariete di bronzo, ritrovato a Siracusa, datato al III secolo a.C..

Le collezioni
Nel museo archeologico di Palermo sono esposte diverse collezioni di pezzi storici:
La collezione di Giuseppe Emanuele Ventimiglia, principe di Belmonte, che, nel 1814, la donò in eredità all'Università di Palermo.
La collezione più ingente, fulcro del museo, è quella di Antonio Salinas, e per questo il museo è stato a lui intitolato. In tutto sono 6641 pezzi, per lo più monete (circa 6.000) La collezione, però, si completa con libri, manoscritti, stampe, fotografie, ma anche oggetti a lui appartenuti. Il lascito avvenne nel 1914.
Al di fuori della tematica del museo, ma non per questo di minore pregio, è la collezione Pietro Bonci Casuccini. E’ una collezione d’arte etrusca. Il proprietario la costituì con reperti provenienti dagli scavi di Chiusi. Essa comprende: corredi funebri completi, sarcofagi, statue-cinerarie, urne, cippi, bronzi e ceramiche attiche dalle figure colorate di rosso e nero.
Quella del museo di Palermo è la puù importante collezione etrusca (oltre diecimila reperti),fuori della Toscama. Quando, infatti, i nipoti di Bonci la misero sul mercato, era il 1863, la collezione venne acquisita dal nascente Stato italiano. Era allora Ministro della Pubblica Istruzione il siciliano Michele Amari. Essa fu ceduta al museo archeologico di Palermo, che possedeva allora spazi espositivi congrui alla mole della collezione stessa.

 
 

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