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Nel 735 a.C. un gruppo di coloni
greci comandati da Teocle, inviati da Calcide in Eubea, sbarca a Capo Schisò
sulla costa jonica della Sicilia. E', per quello che sostengono gli storici,
il primo insediamento greco nella lunga loro opera di colonizzazione
dell'isola, avvenuro un anno prima della fondazione di Siracusa stessa. Il
luogo venne chiamato Naxos come l'omonima isola del mare Egeo poiché tra i
coloni sembra vi siano stati Nassi dell’isola delle Cicladi. Pur non avendo
uno sviluppo significativo, la città si mantiene importante soprattutto per
il tempio dedicato ad Apollo Archegetes, con al suo interno la statua di
Apollo portata dai Nassi, che acquista nel tempo una valenza bene augurante
per tutti i greci che sbarcano in Sicilia. A capo di una nuova spedizione coloniale Teocle di Calcide, dopo sei anni parte da Naxos con un gruppo di coloni per fondare Lentini prima (128 a.C.) e Catania poi (727 a.C.). Alla fine del VI sec. a.C. la città viene circondata da mura che resisteranno all’attacco di Ippocrate di Gela (492 a.C.) e conterranno il successivo impianto urbanistico. Alleati con Atene durante la guerra del Peloponneso, dopo la sconfitta viene rasa al suolo nel 403 a. C. da parte di Dionigi di Siracusa, e i cittadini fatti prigionieri venduti come schiavi per vendetta. Nonostante ciò l'antica denomizzazione rimane sul luogo per diversi secoli, tanto da essere citata nel III secolo d. C. nel Itinerarium Antonini come situata a 35 miglia da Messina lungo la strada consolare che conduceva a Siracusa. La città riconquista la sua importanza nel periodo bizantino e soprattutto arabo, tanto che il toponimo attuale della penisola di Schisò prende il nome da Al Qusûs (torace, busto) e Alcantara, che ha origine da Al Quantarah (il ponte). Il Museo di Naxos raccoglie vestigia della colonia antica scoperti negli scavi archeologici del luogo. Al primo piano vi sono quelli arcaici legati al periodo neolitico, che dimostra il suo popolamento alla colonizzazione greca. Al secondo piano, invece, sono presenti resti greci, romani e bizantini. |
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