Di origine greca,
Gela fu fondata nel 689-687 a.C. da una colonia di Cretesi e Rodii guidati
da Antifemo ed Entimo, secondo Tucidide, 45 anni dopo la fondazione di
Siracusa e 108 anni prima della fondazione di Agrigento.
Il toponimo Gela deriva dal fiume alla cui foce si erano insediati i
colonizzatori.
Nel 580 a .C.,
coloni di Gela, guidati da Aristinoo e Pistilo, fondarono Agrigento, dalla
quale venne poi superata per importanza. Nel periodo della tirannia di
Cleandro, dal 505 al 498 a.C., e di quella di Ippocrate, dal 498 al 491 a.C.,
Gela divenne una delle città greche più
potenti delle Sicilia, essendo stata tra VI° e V° secolo a.C. la maggiore
città-stato siceliota, raggiungendo il suo apogeo con Gelone che si
impadronì di Siracusa (485 a. C.). Si impossessò di Camarina, occupò
Gallipoli, Nasso e Leontini confermandosi padrona incontrastata della
Sicilia greca,
Insieme ad Agrigento e Siracusa, partecipò alla grande battaglia di Imera
che vide la sconfitta di Amilcare e del suo esercito cartaginese forte di
trecentomila uomini. A Gela il tiranno Gelone innalzò dopo la vittoria un
tempio dedicato a Demètra e Kore, di cui tutt'ora rimane, una colonna in
stile dorico. Gelone morì nel 478 a .C. e per lui cantarono Pindaro,
Epicarmo ed Eschilo che elesse Gela a dimora definitiva, dove morì nel 456 a
.C.
Nel 424 a .C. Gela fu scelta per celebrare la prima convention siciliana.
Congresso di pace, Tucidide tramanda il discorso tenuto dal siracusano
Ermocrate in cui si invitano tutti i partecipanti a deporre le armi fra di
loro per affrontare il nemico comune, il pericolo che gli Ateniesi si
impadronissero dell'Isola
L'accordo tuttavia ebbe breve vita. Sconfitti gli Ateniesi, iniziarono a
minacciare l'isola i Cartaginesi, oltre alle rivolte popolari contro gli
aristocratici di Gela, sedate da Dionisio I. Nella primavera del 405 a .C. i
Cartaginesi sconfitta Agrigento occuparono , distruggendole, Gela e Camarina.
I profughi gelesi si rifugiarono a Leontini.
Ad opera di Timoleonte, Gela venne ricostruita, ritornando ad essere una
città prospera. In questo periodo di relativa pace vissero i gelesi
Archestrato, padre della gastronomia; Apollodoro, poeta e commediografo;
Timagora, filosofo; Euclide, matematico.
Morto Timoleonte ( 336 a .C.) l'esercito cartaginese avanzò sempre più
contro gli alleati sicilioti, tra cui i geloti. Lo scontro fu un disastro.
La sconfitta fu l'inizio della decadenza di Gela. Nel 282 a .C. gli
agrigentini guidati da Finzia distrussero la città.
In epoca medievale l’edificazione della città sfruttò i maestosi ruderi di
Gela, eliminando fra l'altro numerosi templi e lunghi tratti delle
fortificazioni greche. Le due città, quella classica e quella moderna si
sovrapposero tanto che la zona archeologica attuale coincide con l'edificato
attuale. Dovunque si scavi in città si ritrovano antichi reperti.
L'area archeologica
La città antica occupava tutta l'area
dell'attuale impianto urbano e numerosi sono i resti archeologici, riportati
alla luce da innumerevoli tombaroli, che distribuirono i reperti tra molti
musei europei, ma anche da studiosi come Evans a Terranova, ma soprattutto
dalle indagini legali del 1900, del celebre archeologo Paolo Orsi, sotto
incarico della Sovrintendenza di Siracusa. Lo studioso individuò l’Athenaion
presso l’Acropoli, esaminò l'area vastissima della necropoli greca compresa
tra l’Orto Pasqualello e il Cimitero Monumentale, ricca di preziosissime
ceramiche del mondo classico. Tra il 1948 e tutti gli anni ’60 la nuova
stagione archeologica riportò alla luce numerosissime testimonianze greche
ed altro
Le zone oggi visitabili sono tre: Capo Soprano, l’Acropoli e il sito di
Bosco Littorio.
Interessante l'area archeologica di Capo Soprano, dove troviamo le
fortificazioni dell'antica città , le Mura Timoleontee (che presentano uno
spessore di 3 metri, e un perimetro di 12 km), che risalgono al IV° secolo
a.C., e che comprendono: il basamento di un torrione d’avvistamento, le
gradinate d’accesso ai camminamenti di ronda, l’impianto di scolo delle
acque meteoriche, i possenti contrafforti della fiancata sud-est. Tali resti
furono realizzati con uno strato di grossi blocchi squadrati di pietra
arenaria e, superiormente con mattoni d’argilla crudi o “cotti al sole”, il
tutto perfettamente conservato.
Poco distante dal parco, si trovano i resti del complesso delle Terme
Ellenistiche (IV° secolo a.C.), l’impianto termale più antico finora
scoperto in Italia. Le terme andarono probabilmente distrutte in un incendio
durante la distruzione del 282 a.C.
Dalla passeggiata archeologica si ammirano verso nord ruderi di case,
sacelli, botteghe e mura, con chiare tracce del sistema viario ippodameo
(con la plateia e gli stenopoi).
Nella parte occidentale della collina sorgeva invece la Necropoli.
All'interno dell'Acropoli, nel cosiddetto Parco delle Rimembranze, si
trovano resti, come un tempio caratterizzato nella parte basamentale da sei
colonne sui lati brevi e undici su quelli lunghi.
Verso nord si estendeva la zona sacra: oggi sono visibili solamente i
basamenti di tre templi. Del più grande dedicato a Athena, la dea greca
della scienza. è rimasta in piedi una colonna dorica di 8 metri, che
diventata uno dei simboli cittadini di Gela.
A sud dell’Acropoli, sorgeva l'Emporio Greco Arcaico (VII°-VI° secolo a.C.),
che comprendeva officine, magazzini e botteghe, il tutto inserito in una
maglia a scacchiera ippodamea.
Nell'enorme zona archeologica di Gela innumerevoli sono i resti della città
antica, alcuni visitabili, altri ancora in fase di studio e restauro:Tra
questi: il Tesmophorion di contrada Betlemme; il quartiere
residenziale ellenistico della Stazione vecchia; i quartieri ellenistici di
Capo Soprano (via Meli); la necropoli di Piano Notaro; il santuario di via
Istria; la necropoli di Mànfria; la grandiosa villa ellenistica di via
Romagnoli (predio Iacona).
Il Museo Archeologico Regionale di Gela, è collocato in un edificio
razionalista del 1958, ampliato più volte, nel quale è possibile ammirare il
ricco materiale rinvenuto, tra cui un�importante raccolta di terrecotte, le
antefisse di Sileno e di Gorgone, le ceramiche della collezione Navarra, i
reperti recuperati nelle tre navi greche affondate nel V° secolo a.C. sulla
costa gelese, i reperti scoperti nelle necropoli preistoriche e greche di
Gela ed hinterland.
E' in corso di realizzazione a bosco littorio il Museo della Navigazione
Antica che esporrà in maniera adeguata le tre navi greche gelesi, uniche al
mondo per datazione, dimensioni, tecnica costruttiva. |