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Per saperne di più  

 
   
 
   Gela    
     
     

 
 
Acropoli, mulini a vento. Gela

 

1 Settembre 2006

 

 

 

 
 

da Wikimedia Commons

 

Di origine greca, Gela fu fondata nel 689-687 a.C. da una colonia di Cretesi e Rodii guidati da Antifemo ed Entimo, secondo Tucidide, 45 anni dopo la fondazione di Siracusa e 108 anni prima della fondazione di Agrigento.
Il toponimo Gela deriva dal fiume alla cui foce si erano insediati i colonizzatori.

Nel 580 a .C., coloni di Gela, guidati da Aristinoo e Pistilo, fondarono Agrigento, dalla quale venne poi superata per importanza. Nel periodo della tirannia di Cleandro, dal 505 al 498 a.C., e di quella di Ippocrate, dal 498 al 491 a.C., Gela divenne una delle città greche più potenti delle Sicilia, essendo stata tra VI° e V° secolo a.C. la maggiore città-stato siceliota, raggiungendo il suo apogeo con Gelone che si impadronì di Siracusa (485 a. C.). Si impossessò di Camarina, occupò Gallipoli, Nasso e Leontini confermandosi padrona incontrastata della Sicilia greca,
Insieme ad Agrigento e Siracusa, partecipò alla grande battaglia di Imera che vide la sconfitta di Amilcare e del suo esercito cartaginese forte di trecentomila uomini. A Gela il tiranno Gelone innalzò dopo la vittoria un tempio dedicato a Demètra e Kore, di cui tutt'ora rimane, una colonna in stile dorico. Gelone morì nel 478 a .C. e per lui cantarono Pindaro, Epicarmo ed Eschilo che elesse Gela a dimora definitiva, dove morì nel 456 a .C.
Nel 424 a .C. Gela fu scelta per celebrare la prima convention siciliana. Congresso di pace, Tucidide tramanda il discorso tenuto dal siracusano Ermocrate in cui si invitano tutti i partecipanti a deporre le armi fra di loro per affrontare il nemico comune, il pericolo che gli Ateniesi si impadronissero dell'Isola
L'accordo tuttavia ebbe breve vita. Sconfitti gli Ateniesi, iniziarono a minacciare l'isola i Cartaginesi, oltre alle rivolte popolari contro gli aristocratici di Gela, sedate da Dionisio I. Nella primavera del 405 a .C. i Cartaginesi sconfitta Agrigento occuparono , distruggendole, Gela e Camarina. I profughi gelesi si rifugiarono a Leontini.
Ad opera di Timoleonte, Gela venne ricostruita, ritornando ad essere una città prospera. In questo periodo di relativa pace vissero i gelesi Archestrato, padre della gastronomia; Apollodoro, poeta e commediografo; Timagora, filosofo; Euclide, matematico.
Morto Timoleonte ( 336 a .C.) l'esercito cartaginese avanzò sempre più contro gli alleati sicilioti, tra cui i geloti. Lo scontro fu un disastro. La sconfitta fu l'inizio della decadenza di Gela. Nel 282 a .C. gli agrigentini guidati da Finzia distrussero la città.
In epoca medievale l’edificazione della città sfruttò i maestosi ruderi di Gela, eliminando fra l'altro numerosi templi e lunghi tratti delle fortificazioni greche. Le due città, quella classica e quella moderna si sovrapposero tanto che la zona archeologica attuale coincide con l'edificato attuale. Dovunque si scavi in città si ritrovano antichi reperti.

L'area archeologica
La città antica occupava tutta l'area dell'attuale impianto urbano e numerosi sono i resti archeologici, riportati alla luce da innumerevoli tombaroli, che distribuirono i reperti tra molti musei europei, ma anche da studiosi come Evans a Terranova, ma soprattutto dalle indagini legali del 1900, del celebre archeologo Paolo Orsi, sotto incarico della Sovrintendenza di Siracusa. Lo studioso individuò l’Athenaion presso l’Acropoli, esaminò l'area vastissima della necropoli greca compresa tra l’Orto Pasqualello e il Cimitero Monumentale, ricca di preziosissime ceramiche del mondo classico. Tra il 1948 e tutti gli anni ’60 la nuova stagione archeologica riportò alla luce numerosissime testimonianze greche ed altro
Le zone oggi visitabili sono tre: Capo Soprano, l’Acropoli e il sito di Bosco Littorio.
Interessante l'area archeologica di Capo Soprano, dove troviamo le fortificazioni dell'antica città , le Mura Timoleontee (che presentano uno spessore di 3 metri, e un perimetro di 12 km), che risalgono al IV° secolo a.C., e che comprendono: il basamento di un torrione d’avvistamento, le gradinate d’accesso ai camminamenti di ronda, l’impianto di scolo delle acque meteoriche, i possenti contrafforti della fiancata sud-est. Tali resti furono realizzati con uno strato di grossi blocchi squadrati di pietra arenaria e, superiormente con mattoni d’argilla crudi o “cotti al sole”, il tutto perfettamente conservato.
Poco distante dal parco, si trovano i resti del complesso delle Terme Ellenistiche (IV° secolo a.C.), l’impianto termale più antico finora scoperto in Italia. Le terme andarono probabilmente distrutte in un incendio durante la distruzione del 282 a.C.
Dalla passeggiata archeologica si ammirano verso nord ruderi di case, sacelli, botteghe e mura, con chiare tracce del sistema viario ippodameo (con la plateia e gli stenopoi).
Nella parte occidentale della collina sorgeva invece la Necropoli.
All'interno dell'Acropoli, nel cosiddetto Parco delle Rimembranze, si trovano resti, come un tempio caratterizzato nella parte basamentale da sei colonne sui lati brevi e undici su quelli lunghi.
Verso nord si estendeva la zona sacra: oggi sono visibili solamente i basamenti di tre templi. Del più grande dedicato a Athena, la dea greca della scienza. è rimasta in piedi una colonna dorica di 8 metri, che diventata uno dei simboli cittadini di Gela.
A sud dell’Acropoli, sorgeva l'Emporio Greco Arcaico (VII°-VI° secolo a.C.), che comprendeva officine, magazzini e botteghe, il tutto inserito in una maglia a scacchiera ippodamea.
Nell'enorme zona archeologica di Gela innumerevoli sono i resti della città antica, alcuni visitabili, altri ancora in fase di studio e restauro:Tra questi: il Tesmophorion di contrada Betlemme; il quartiere residenziale ellenistico della Stazione vecchia; i quartieri ellenistici di Capo Soprano (via Meli); la necropoli di Piano Notaro; il santuario di via Istria; la necropoli di Mànfria; la grandiosa villa ellenistica di via Romagnoli (predio Iacona).

Il Museo Archeologico Regionale di Gela, è collocato in un edificio razionalista del 1958, ampliato più volte, nel quale è possibile ammirare il ricco materiale rinvenuto, tra cui un�importante raccolta di terrecotte, le antefisse di Sileno e di Gorgone, le ceramiche della collezione Navarra, i reperti recuperati nelle tre navi greche affondate nel V° secolo a.C. sulla costa gelese, i reperti scoperti nelle necropoli preistoriche e greche di Gela ed hinterland.
E' in corso di realizzazione a bosco littorio il Museo della Navigazione Antica che esporrà in maniera adeguata le tre navi greche gelesi, uniche al mondo per datazione, dimensioni, tecnica costruttiva.

 
 

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