Megara (Megara Hyblaea) fu fondata nel
728 a.C. da coloni megaresi, che precedentemente avevano fondato Leontinoi e
Thapsos. Tucidite narra che la città venne fondata dall'ecista Lamis,
salpato da Megara Nisea, che aveva comprato le terre dal re siculo Iblone.
In suo onore chiamò la colonia Iblea. Gli stessi iblei fondarono cento anni
dopo Selinunte.
Storicamente Megara Iblea non possedette mai una grande importanza, né
economica né militare. Fu distrutta dal tiranno di Siracusa Gelone nel 481
a.C. circa.
Lamaco, il fondatore, si schierò dalla parte della spedizione militare degli
ateniesi contro Siracusa. Furono, però, ironia della sorte, gli stessi
siracusani che successivamente ne ricostruirono le fortificazioni.
Alleata a Cartagine durante la seconda guerra punica, fu conquistata dal
console Marco Claudio Marcello che andava ad assediare Siracusa. La
punizione fu la totale distruzione. Non venne mai più ricostruita.
Gli scavi archeologici
La mancata urbanizzazione in epoca moderna ha permesso di riportare alla
luce il suo impianto urbanistico originale. Lambita a nord dal porto, Megara
Iblea aveva una necropoli ricca di un migliaio di tombe. Tra i ritrovamenti
vi sono: l'agorà con i resti di due portici, i bagni ellenistici, i resti di
un tempio dello stesso periodo, le fondamenta di un tempio arcaico, il
pritaneo e l'heroon.
Al museo regionale di Siracusa “Paolo Orsi” trovano posto numerosi reperti
dell'area archeologica di Megara Iblea. Tra questi:
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la statua arcaica in calcare della “Dea
Madre” in trono (VI sec. a.C.), che allatta due gemelli (kourotrophos)
-
il torso marmoreo di uomo (kouros),
in stile dorico;
-
una particolare
maschera teatrale del VI sec. a.C..
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