La
colonizzazione delle coste e delle pianure siciliane fu ampia e generosa di
nuove città, perchè, come in una antica conquista del “West”, non ebbe alle
spalle volontà di stati o di governi: Non vi fu una vera e propria conquista
militare da parte di eserciti, ma solo la volontà di gruppi di persone che
partirono alla ricerca di una nuova e più positiva vita. Nonostante che
Teocle, fondatore di Naxos, fosse di Atene, trovò ascolto e mezzi a Calcide.
Motivi economici e politici erano, infatti, alla base di questa specie di
esodo dei Calcidesi. La politica della città era rivolta verso la
colonizzazione del maggior numero di terre, ovunque fossero. Un generoso
afflusso di persone proveniente da tutta la Grecia si indirizzò verso la
città. Numerose erano le navi che partivano, numerosi i nocchieri, ma
sopratutto moltissime erano le notizie sulle nuove coste su cui sbarcare, la
loro fertilità, il sogno di una vita nuova con cui ricominciare.
I nuovi coloni traversarono in lungo e in largo il mediterraneo. In Sicilia
la loro opera creò numerose polis. Fondate sulle coste pianeggianti della
Sicilia orientale, da Naxos a Catania, a Leontini, Megara e Siracusa, e poi
da Siracusa a Gela e ad Agrigento, Minoa, Selinunte, compresa la stessa
Imera, sorta nella pianura fra Termini e Cefalù. I Sicani e i Siculim
precedenti abitanti della Sicilia, finirono o per mischiarsi ai greci o per
ritirarsi verso la parte centrale dell'isola. La zona costiera fu coltivata
con nuove colture, importate dalla grecia, o con specie autoctone trovate
all'arrivo. I porti creati insieme alle stesse città, aprirono prospettive
di esportazioni e importazioni. Insieme al benessero agricolo si formarono
attività artigiane o di trasformazione.
Ma
la cosa più importante, è la nascita di una tradizione scritta e quindi
documentaria, e il tramonto della tradizione orale e quindi fatalmente
mitologica e del tutto inattendibile. Nasce la storia e con essa la civiltà
greca in Sicilia. |