Nel frattempo, mentre la burocrazia procedeva a rilento,
l’abitato di Solarino cresceva con lentezza esasperante. Al di là
dei palazzi signorili, le abitazioni di agricoltori, braccianri e
pecorai, si limitavano a poche case sulla strada. L’illuminazione
pubblica, decisa nel 1850, si limitò a pochi lampioni a petrolio.
L’elettrificazione arrivò a Solarino solo nel 1922. L’acquedotto ed
impianto di smaltimento fu realizzato nel 1925. Fu progettata
alla fine dell’Ottocento la Piazza del Plebiscito e le vie
adiacenti. Mentre si svolgeva questo sviluppo rallentato, la
Sicilia, e in particolare la zona di Solarino soffrì di una forte
emigrazione. Americhe, del nord e del sud, Australia, nord Europa e,
addirittura, nord Italia, furono paesi interessati all’emigrazione
isolana. Fa eccezione il caso dei 4.000 profughi friulani, che, alla
fine della Grande Guerra, emigrarono proprio in Sicilia, soprattutto
nell’area di Solarino.
La piana di Solarino è legata, in
particolar modo alla Seconda Guerra Mondiale, essendo stata zona
d’addestramento militare e di stanza del IV battaglione del 75º
Reggimento Fanteria. Allo scoppio della zona vi si allocarono 1300
sfollari da Siracusa e dai territori africani. Nel maggio del
1943, le truppe provenienti da Palazzolo, Buccheri, Vizzini e
Grammichele, furono passate in rassegna da Umberto di Savoia,
generale del Gruppo Armate Sud italiano. Durante la guerra, vi fu
uno scontro importante tra l'11 ed il 13
luglio
del 1943, tra le truppe Alleate ed italiani e tedeschi.
Con l’avanzamento del fronte, Solarino conteggiò i danni: qualche
tetto crollato ed un po’ di buche, non vi era altro. La chiesa ed il
Palazzo Municipale non avevano subito danni.
Tuttavia, il Paòazzo
Comunale, nel 1944, fu oggetto di un assalto di renitenti alla leva,
che diedero alle fiamme l’archivio comunale, rendendo quasi
impossibile proprio le ricerche sulla storia di Solarino.
Negli anni sessanta fu realizzato tra Targia ed Augusta il polo
petrolchimico siracusano. Se da un lato portò all’inurbamento di
numerosi emigrati, che ha fatto salire la densità abitativa (566
ab./km²), dall’altro ha aumentato l’interesse malavitoso èer la
zona. Si presentò il problema del racket. Nel 1995 i commercianti di
Solarino hanno dato vita all'Associazione antiracket. Nel 1998 fu
firmato un protocollo d'intesa tra l'associazione ed il comune. In
questi anni la presenza del racket è di molto diminuita. Il comune,
con iniziativa unica, ha fatto aggiungere al cartello stradale che
segna i confini comunali, l’iscrizione: «comune che ha detto no al
racket».
Il 17 settembre 2003, il comune e limitrofi è stato
oggetto di un’ingente alluvione. Alla fine di tre giorni di pioggia
il comune era in ginocchio: molte erano le strutture compromesse,
tra cui la scuola elementare, cinquanta auto danneggiate. A questo
si aggiunse la distruzione dell'80% della rete viaria e il 70% della
rete fognaria e di quella idrica. IL crollo del
ponte Diddino e della statale causarono l’isolamento di
Solarino per diversi giorni, oltre l'interruzioni della linea
elettrica e telefonica. Nello stesso 2003, si è
pensato di unificare il comune di Solarino con quello adiacente di
Floridia , cioè i due massimi
comuni per abitanti (dopo Siracusa). Il fine era quello di
unificare una serie di servizi,
tipo polizia
municipale, ambiente, trasporti pubblici e refezione scolastica.
L’iniziativa si è concretizzata nel 2010, con l’approvazione
dell’atto costitutivo e lo statuto
dell'Unione dei Comuni -
Monti Climiti.
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