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Avola e Solarino e le mandorle di Sicilia


Le mandorle in cucina

Da Hybla Major
Ad Avola liberty
Le mandorle al Bar
Dalle mandorle al marzapane
Semi e mandorle croccanti
 
 
 
Solarino e le mandorle
L'origine del toponimo
La "Terra di San Paolo"
Una Storia non storia
Valori d'arte e architettura
I "ciarauli" di San Paolo
 
Video su Avola
Video su Solarino
 
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     MANDORLE
DI SICILIA

      Nel comune di Solarino (SR)
   vengono lavorate, ogni anno,
   mandorle per circa 65000 quintali,
   pari all'80% della intera produzione
   siciliana. Possiamo denominare
   Solarino la “città delle mandorle”
.

   

    La "Terra di San Paolo”

   
     
     

 

 

Cozzo Collura, Pozzo di San Paolo.

Azotoliquido- 6 aprile 2011

 
 



da Wikimedia Commons
 

Se è vero che il borgo di Solarino ebbe origine dal XVIII secolo, l’area del suo territorio è stata interessata da insediamenti abitativi già nel Paleolitico superiore (III millennio a.C.). SE ne è rinvenuta traccia in località Cava del Rivettazzo, con il rinvenimento di una antica necropoli da parte di Paolo Orsi agli inizi del '900.
Altre tracce archeologiche, individuate in località Cozzo Collura, sono risalenti al periodo greco del IV al III secolo a.C. Le rovine, a pochi chilometri più ad est del borgo, sono state riportate alla luce nel sito denominato come Pozzo della Chiesa. Queste comproverebbero l’esistenza di un nucleo abbastanza antico, che comproverebbe la leggenda, che vuole il paese visitato da San Paolo, durante la sua sosta a
Siracusa nel 61 d.C.
Nella documentazione ritrovata, si inizia a citare Solarino,
dal De Spucches, a partire dal 1296 , quando viene individuato il feudo di un nobile siracusano, tale barone Gutierre de Nava. Invece, in un passaggio di proprietà, del 1656, il feudo viene collegato alla famiglia nobile catalana dei Requisenz, giunti in Sicilia al seguito degli Aragonesi.

La vera nascita, tuttavia del borgo di Solarino risale al 25 aprile 1760, quando il Re borbone  Ferdinando I delle Due Sicilie sottoscrisse una concessioni Regie al nobile Don Giuseppe Antonio Requisenz, ("Principe di Pantelleria, Conte di Buscemi e Barone del feudo di Solarino"), di creare il borgo di Solarino, facendo giungere sul posto abitanti provenienti dal villaggio del Pozzo della Chiesa, salvandoli così dalla malaria, e tutti gli sfollati del terremoto della  Val di Noto (1693), raccolti dalle zone di Siracusa, Noto e Canicattini Bagni. La nuova opportunità varco i confini della Sicilia, giungendo alle orecchie di parecchia gente, poiché si registra la nuova presenza dal Genovesato, dal Piemonte e in particolar modo da Malta, ma anche dai Castelli Romani e, addirittura, dal Marocco, come, d’altra parte attestato dal Registro Parrocchiale dei Battesimi della Chiesa Madre di Solarino. Questo nuovo feudo fu denominato "Terra di San Paolo nel feudo di Solarino".

Il numero degli abitanti della zona ebbe un grande incremento successivo, così come il valore economico dell’area stessa, sapientemente coltivata. Tanto che, nel 1820, lo stesso feudatario chiese al Re di Napoli l’autonomia comunale, che gli fu concessa, rendendo Solarino autonoma da Siracusa. Il Regio decreto di Francesco I Re delle Due Sicilie, risale al 20 dicembre del 1827. La problematica era, però, tutt’altro che risolta. Per ragioni economiheci, logistiche ed amministrative si andò per le lunghe: solo il 14 luglio 1828, si ebbe la decisione finale, che, evidentemente per ragioni storiche o semplicemente burocratiche, fu comunicata al sindaco soltanto il 29 luglio 1930. Fino ad allora il nuonato comune di San Paolo Solarino rimase sulla carta.

 
 

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