Il buon Dio ha dipinto a Milazzo un affresco meraviglioso e
spettacolare. Come se il
mare, le Eolie e i monti Peloritani non bastassero, Egli vi ha
aggiunto la penisola di Milazzo, che “indica” le “sette sorelle”
eoliane. Potremmo dire che l’ottava isola è proprio il promontorio.
Sorto, infatti, dal mare come un’isola vera e propria, attraverso la
formazione alluvionale della Piana, esso si è congiunto con la
terraferma formando l’istmo. Il promontorio milazzese, con la sua
flora e la sua fauna, rappresenta, in più, un' "isola" naturalistica
incontaminata, sia sopra il mare che sotto il mare.
Tuttavia, assistere semplicemente da Capo Milazzo al quotidiano
tramonto, guardando a 360 gradi le isole in lontananza e il mare
tutt’intorno, può da solo concludere bene e suggestivamente una
giornata, difficile da dimenticare.
Anche da Monte Trino si
può godere di un paesaggio unico. Dopo una salita di venti minuti,
raggiunta a piedi la cima, dall’alto si può ammirare la Sicilia: a
nord, la punta di Capo Milazzo e sullo sfondo le Isole Eolie; a sud,
la costa siciliana con la scenografia montuosa che va dai Peloritani
ai Nebrodi, da capo Rasocolmo a Capo Calavà e Capo d'Orlando, con
l’aggiunta in lontananza dell'enorme mole innevata dell'Etna; ad est
il golfo di Milazzo e ad ovest il golfo di Patti.
Per gli escursionisti che amano la natura, si può raggiungere la
cima denominata Baronia, con i suoi sentieri che si inerpicano dalla
costa di levante alla costa di ponente, che da una parte scende
ripida sull'arenile di Rinella e dall'altra più dolcemente sulla
spiaggia di Cirucco. Tra i cespugli è visibile, tra gli altri, un
sentiero che percorre il versante di costa verso est fino a
"punta Mazza", immancabile sosta per l'escursione dei naturalisti.
Questo caratteristico Eden milazzese, Capo Milazzo, Monte Trino
e la Baronìa, oltre che per il panorama, non potevano non
caratterizzarsi anche per flora e fauna. I pendii del promontorio,
una volta erano terrazzati e coltivati ad uliveto. Oggi questi
ulivi, molto antichi, si presentano con chiome basse per
l'esposizione ai venti e con tronchi ruvidi e contorti (quasi
sculture viventi), immersi in fitti cespugli di "selvatico". Insieme
agli ulivi sono presenti piante secolari di Carrubo (ceratonia
siliqua), coltivato e spontaneo, unitamente all'oleastro, che
cresce sulle scarpate rocciose. Nella boscaglia, abbandonata ogni
forma di coltura, crescono rigogliosi come una volta: Olmi
canescenti (ulmus canescens), biancospini (crataegus monogyna),
mirti (myrtus communis), intrecci di asparago, smilace e rosa
cavallina (rosa arvensis). Così e possibile scoprire rigogliose
macchie di lentischi, eriche, caprifogli, ginestre, felci e, sulle
rocce, euforbie.
Fra gli animali che si nascondono nella
fitta boscaglia vi sono il coniglio selvatico e il riccio.
L’ambiente naturale del promontorio è caratterizzato soprattutto da
una grande varietà di uccelli: l'usignolo, la capinera, il
cardellino, il merlo ed altri passeracei, come il pettirosso.
Immancabili, quindi, predatori come il falco pellegrino e il
gheppio (falco tinnunculus), che volteggiano sugli strapiombi
rocciosi che dominano la scogliera (dove anche nidificano). In
primavera, nel periodo delle migrazioni, è suggestivo
assistere al passaggio di stormi di airone cenerino (ardea cinerea),
e altre numerose specie di uccelli.
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