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Notizie storico-critiche.
Il castello sorge su una penisola che è stata sede sin
dall’antichità di opere fortificate (già
in periodo neolitico, intorno al 4000 a.C., come dimostra la
necropoli), e successivamente in epoca classica con l'acropoli
greca.
Le prime notizie della sua esistenza risalgono al periodo romano.
Il complesso, sostanzialmente, fu fondato dagli arabi (dall'843),
e poi ampliato in epoca normanna e restaurato, con interventi
sostanziali, in età sveva per volere di Federico II.
Successivamente intervennero gli Aragonesi che aggiornarono
l'impianto difensivo, e, infine, gli Spagnoli che lo inglobarono in
una pesante cinta muraria.
Col tempo, ed il succedersi delle varie epoche e dominazioni,
infatti, il Castello di Milazzo ha subito alcune modifiche di tipo
difensivo, anche a causa del perfezionamento e lo sviluppo dei mezzi
bellici che necessitavano di una cornice strutturale più adeguata.
L’opera, in periodo svevo, rientrava tra i “catra exempa”,
ovvero sotto la giurisdizione imperiale. Le ragioni della
riedificazione del castello di Milazzo vanno individuate
nell’esigenza di Federico II di costruire una grande residenza
destinata a soddisfare la sua inclinazione per la caccia e la
pesca, ma anche a fungere come luogo di villeggiatura. Una delle
fonti più attendibili, per risalire alla sua datazione, sono
sicuramente le lettere lodigiane del 17 novembre 1239, già utili per
l’indagine di altri monumenti svevi. Vi lavorò al suo sviluppo
sicuramente
Riccardo da Lentini, fedele architetto di Federico II.
Altri
vari ed importanti architetti si succedettero alla
direzione dei lavori, come
Antonio Ferramolino, Orazio del Nobile, Camillo Camilliani e
Pietro Novelli.
Nel 1278 Carlo D’Angiò provvede all’allestimento delle galee
dotandone il castello di 100. Il monumento divenne teatro di lotte
ed assedi durante il XIV secolo quando si verificarono furibonde
battaglie prima tra gli eserciti di Roberto D’Angiò e Pietro
D’Aragona, poi tra l’esercito di Ludovico D’Aragona ed i seguaci di
Chiaromonte.
Negli anni ’60 del secolo scorso l’opera era ancora adibita a
carcere giudiziario e falsato da ulteriori sovrastrutture moderne. |
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